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Iran: via libera di Putin alla vendita dei sistemi anti missile S-300

13 aprile 2015 | 15.36
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Il presidente russo ha firmato un decreto che cancella con effetto immediato la sospensione del contratto per il trasferimento dei sistemi necessari all'Iran per difendersi da eventuali raid israeliani. La casa Bianca denuncia il rischio della spaccatura dell'unità della comunità internazionale sul dossier iraniano

 - (Infophoto)
- (Infophoto)

Via libera di Vladimir Putin alla vendita dei sistemi di difesa anti missile S-300 all'Iran. Il presidente russo ha firmato un decreto che "cancella il bando al trasferimento dalla Russia al trasporto e alla consegna dei sistemi all'Iran" con effetto immediato, spiega in una nota il servizio stampa del Cremlino mentre il vice ministro degli esteri Sergei Ryabkov dà notizia dell'inizio di uno scambio 'petrolio contro beni' fra Mosca e Teheran. La Casa Bianca denuncia che tali passi, da parte della Russia, rischiano di spaccare la comunità internazionale (i paesi negoziatori riuniti nel gruppo 5+1, Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania, ma anche gli altri paesi europei che hanno accettato di promuovere le sanzioni, ndr) che ha invece mantenuto "coordinamento e l'unità" nei lunghi negoziati con Teheran e Israele sottolinea che si tratta del primo risultato della legittimazione dell'Iran messa in atto dall'accordo quadro sul nucleare raggiunto a Losanna su cui il governo di Benjamin Netanyah ha sempre espresso posizione contraria.

Il decreto firmato da Putin corregge la misura varata nel settembre del 2010 dall'allora presidente Dmitry Medvedev in attuazione alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del giugno di quell'anno con sanzioni contro Teheran, una risoluzione in cui venivano raccomandati, non imposti, come ha ricordato oggi il ministro degli esteri Sergei Lavrov, restrizioni al trasferimento di armi a Teheran. Il contratto da 800 milioni di dollari sottoscritto da Iran e Russia per la vendita di sei batterie di S-300 era così stato sospeso "volontariamente" da Mosca.

Una fonte citata dall'agenzia russa Interfax ha spiegato che ci sarebbero voluti fino a 18 mesi per attuare il contratto sugli S-300. Ma poco dopo, il generale Yuri Yabukov responsabile delle ispezioni generali del ministero della difesa, precisava che "se sarà presa la decisione politica di trasferire gli S-300 a disposizione delle forze russe, il ministero della difesa potrà attuare velocemente il decreto del presidente".

In seguito all'accordo quadro sul programma nucleare dell'Iran raggiunto all'inizio del mese a Losanna, la Russia ha chiesto che le sanzioni contro Teheran siano sollevate subito dopo l'intesa definitiva prevista per giugno. "Siamo convinti che l'embargo, in modo particolare un embargo volontario, sia ora assolutamente non necessario", ha aggiunto Lavrov -che oggi ha parlato al telefono con segretario di stato americano John Kerry raccogliendo la "preoccupazione" degli Stati Uniti- citando i "progressi significativi" nei negoziati sul programma nucleare, ma anche l'esaurimento della disponibilità di Mosca a continuare a sostenere i costi, in termini finanziari e di relazioni, della sospensione del contratto, che Teheran ha contestato di fronte alla corte per gli arbitrati di Ginevra chiedendo un risarcimento di 4 miliardi di dollari.

Gli S-300 "sono un sistema solo difensivo che non può essere usato per attacchi e non minaccia la sicurezza di nessuno, incluso Israele", ha aggiunto il capo della diplomazia di Mosca. In effetti, gli S-300 sarebbero utili all'Iran per difendersi da raid tipo quelli che potrebbe lanciare Israele per rallentare il programma nucleare. Infatti la reazione di Israele non si è fatta attendere. La decisione di Mosca "è il risultato diretto della legittimazione he l'Iran riceve dall'accordo sul nucleare in via di definizione e dimostra che la crescita economica che seguirà il sollevamento di sanzioni sarà sfruttata per il riarmo e non per il benessere degli iraniani", ha dichiarato il ministro dell'Intelligence Yuval Steinitz.

"Una delle cose che per noi è stata di importanza cruciale per questo processo diplomatico è stata l'unità della comunità internazionale. Gli Stati Uniti e i nostri partner in Europa sono stati in grado di lavorare a stretto contatto con la Russia e la Cina per portare l'Iran al tavolo dei negoziati...per questo teniamo molto al coordinamento e all'unità che siamo stati in grado di mantenere lungo questo lungo processo", ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.

Oltre alla cancellazione del bando alla vendita degli S-300, la Russia ha reso noto oggi oggi di aver avviato con l'Iran lo scambio di petrolio contro beni "non proibiti o limitati dall'attuale regime di sanzioni" (grano, equipaggiamenti e materiali per le costruzioni). In un briefing sull'Iran con alcuni membri del Consiglio della Federazione, Ryabkov si è limitato a precisare che l'accordo è su "scala molto significativa". Fonti del governo russo avevano anticipato da tempo i colloqui con Teheran per la definizione di un accordo del valore di 20 miliardi di dollari che avrebbe consentito alla Russia di acquisire 500mila barili di petrolio al giorno.

"Siamo pronti a fornire all'Iran i nostri servizi e io sono certo che saranno vantaggiosi rispetto a quelli di altri paesi. Non abbiamo mai abbandonato l'Iran in una situazione difficile...sia sul petrolio che sul gas, non bisogna sottostimare le prospettive della nostra cooperazione", ha aggiunto Ryabkov che ha anche detto "di non avere fiducia che gli iraniani siano pronti a riavviare velocemente e in grandi quantità le forniture di gas dai loro giacimenti all'Europa. Richiede infrastrutture che sono difficili da costruire".

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