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Il patriarca di Antiochia e il vescovo di Aleppo con il Papa, contro gli armeni fu genocidio

15 aprile 2015 | 20.59
LETTURA: 2 minuti

Ignace Youssef III Younan e Boutros Marayati insieme nella chiesa romana di Madonna dei Monti

Il vescovo ausiliare di Roma Zuppi con il patriarca siro di Antiochia e il vescovo armeno di Aleppo
Il vescovo ausiliare di Roma Zuppi con il patriarca siro di Antiochia e il vescovo armeno di Aleppo

"Genocidio": il patriarca siriaco di Antiochia e il vescovo armeno di Aleppo pronunciano anch'essi la parola 'proibita' dalla Turchia e pronunciata da Papa Francesco per descrivere il massacro degli armeni ad opera degli ottomani compiuto cento anni fa. Lo fanno durante la 'preghiera per la pace' assieme al vescovo ausiliare di Roma Matteo Zuppi, celebrata nella chiesa di Madonna dei Monti e dedicata a tutte le aree dove si registrano guerre e violenze, di cui spesso sono vittime i cristiani: dalla Siria all'Iraq, dall'Ucraina alla Terra Santa, dalla Libia allo Yemen, dalla Nigeria al Sudan.

Il patriarca siriaco di Antiochia, Ignace Youssef III Younan, ricorda "il genocidio commesso dall'Impero ottomano verso gli armeni e i siriaci, i caldei e gli assiri, sia come popoli e che come cristiani".

Gli fa eco il vescovo armeno di Aleppo, monsignor Boutros Marayati, evocando "il genocidio perpetrato dai turchi contro gli armeni e la loro fuga verso Aleppo, da cui ora, cento anni dopo, si vedono costretti a scappare di nuovo, davanti alla violenze dei terroristi fondamentalisti islamici dell'Isis".

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