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Cuba: Washington e L'Avana ottimiste per colloqui di domani

20 maggio 2015 | 16.06
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"Non voglio sembrare troppo ottimista ma penso che siamo più vicini di quanto fossimo prima", ha affermato un alto funzionario americano, ricordando che "stiamo facendo progressi"

Storica stretta di mano tra i presidenti di Cuba e Stati Uniti, Raul Castro e Barack Obama, a Panama per il Vertice delle Americhe, lo scorso aprile. (Foto Infophoto)
Storica stretta di mano tra i presidenti di Cuba e Stati Uniti, Raul Castro e Barack Obama, a Panama per il Vertice delle Americhe, lo scorso aprile. (Foto Infophoto)

Stati Uniti e Cuba hanno espresso il loro ottimismo in vista dei colloqui previsti domani a Washington sul riavvio delle relazioni diplomatiche bilaterali. Dopo lo storico incontro tra il presidente americano, Barack Obama, e quello cubano, Raul Castro, a Panama lo scorso mese, ha detto un alto funzionario del Dipartimento di Stato americano, qualcosa si è mosso, ad esempio, c'è stato un viaggio diplomatico a Cuba e l'accesso di cittadini cubani ad un'ambasciata americana. Il nuovo round di negoziati si terrà al Dipartimento di Stato.

"Non voglio sembrare troppo ottimista ma penso che siamo più vicini di quanto fossimo prima", ha affermato l'alto funzionario americano, sottolineando che "non sarei neanche lontanamente ottimista se non mi sentissi che stiamo facendo progressi". Da parte sua, un alto funzionario cubano, durante una conferenza stampa all'inizio della settimana, ha affermato che quello di domani "potrebbe essere l'ultimo round" di colloqui prima dell'apertura delle ambasciate. "Non vediamo ostacoli - ha detto Gustavo Machin, vice direttore per gli affari Usa al ministero degli Esteri cubano - solo questioni da risolvere e discutere insieme".

Prima di aprire un'ambasciata a Cuba, il presidente Usa dovrà informare il Congresso almeno 15 giorni prima, ma l'alto funzionario americano ha spiegato che questo potrebbe avvenire anche prima che si raggiunga un accordo finale sull'apertura delle sedi diplomatiche nei due Paesi. I due governi dovranno anche informare quello Svizzero, che ha svolto la funzione di "potenza protettrice" per sezioni di interesse a L'Avana e Washington in assenza di legami diplomatici formali, che i suoi servizi non sono più necessari.

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