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Terrorismo: ex direttore Cia, che facciamo se vince l'Is?

28 maggio 2015 | 15.57
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L'ex numero uno McLaughlin a proposito dello Stato islamico: "Le cattive opzioni sono tali da indurre a una paralisi politica negli Usa"

Il presidente Barack Obama in visita alla CIA (INFOPHOTO) - INFOPHOTO
Il presidente Barack Obama in visita alla CIA (INFOPHOTO) - INFOPHOTO

E se accadesse "l'impensabile", ovvero la vittoria dello Stato islamico? Se lo chiede sul Washington Post l'ex direttore della Cia John McLaughlin. Che sottolinea come siano due le cose essenziali per evitare questo scenario: riconquistare gran parte del territorio nelle mani del 'califfato' e mettere fine al senso di alienazione dei sunniti in Iraq e Siria, "il più forte motore di attrazione per le reclute dello Stato Islamico". Per ottenere questo risultato servirà una combinazione di "pressione militare, persuasione e diplomazia".

Se nei primi due anni della prossima presidenza americana lo Stato Islamico sarà ancora in piedi sarà difficile "non parlare di vittoria".

Perché questo accada, nota McLaughlin, serviranno quattro cose:

1) non riuscire a radunare una forza di terra sufficiente a sconfiggere gli jihadisti;

2) permettere che lo Stato Islamico penetri a Baghdad, anche solo con infiltrazioni di jihadisti che seminino il caos;

3) lasciare che l'Iraq continui a disfarsi con i sunniti, gli sciiti e i curdi sempre più separati;

4) lasciare che l'Iran sia tentato da assumersi maggiori responsabilità nel combattere lo Stato Islamico.

Tutte queste "sono dure realtà", sottolinea l'ex capo della Cia, secondo cui "le cattive opzioni sono tali da indurre ad una paralisi politica qui (negli Stati Uniti, ndr) e in Medio Oriente. Ma se c'è una chiara lezione degli ultimi anni è che non decidere è di fatto una decisione e che questo può portare a scelte ancora peggiori".

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