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Usa: dopo Vanity Fair, Caitlyn Jenner spiazza i candidati repubblicani

05 giugno 2015 | 16.02
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Salutata da Obama come un gesto coraggioso, la transizione di genere del campione olimpionico entra nel dibattito delle presidenziali

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Salutato da molti come la prova di un'America sempre più aperta e tollerante, l'entusiasmo con cui è stata accolta la copertina di Vanity Fair con cui Bruce Jenner si è presentato al mondo come Caitlyn, la donna che il campione olimpionico ha voluto diventare, viene vissuto come una brutta sconfitta dalla destra cristiana. "Ci sentiamo sotto assedio, i termini del dibattito sono posti in modo tale che o applaudi o sei un intollerante, è come se la cultura popolare americana si sia spostata non solo verso l'accettazione ma anche l'approvazione", afferma William Bennett, che è stato ministro dell'Istruzione negli anni della presidenza di Ronald Reagan, quando la destra cristiana incominciò ad avere un peso importante all'interno del Partito Repubblicano.

E' l'assedio culturale - confermato anche dal fatto che in pochi giorni l'account Twitter di Caitlyn ha registrato quasi 2,5 milioni di follower - è sicuramente sentito dai candidati alle primarie repubblicane che stanno mantenendo un imbarazzato silenzio sulla vicenda, ancora più assordante di fronte alle dichiarazione ed i Twitter entusiastici di Barack Obama, Hillary Clinton ed altri democratici che hanno apprezzato il coraggio mostrato da Jenner che, per la cronaca, vota repubblicano.

Le poche dichiarazioni pubbliche fatte sulla saga dell'ex patrigno di Kim Kardashian - medaglia d’oro nel decathlon alle Olimpiadi di Montréal del 1976 - da candidati repubblicani hanno infatti avuto esiti disastrosi.

"Se lui dice che è una donna, è una donna", ha detto Rick Santorum, il conservatore cattolico anti-abortista e contrario ai matrimoni gay candidato per la seconda volta alla Casa Bianca, provocando un'alzata di scudi da parte della destra cristiana, che è una sua importante base elettorale. "Il mio era un tentativo di evitare lo scontro e concentrarmi sul principio di amare il prossimo", ha cercato poi di correggere il tiro, sottolineando su Facebook che questa "solidarietà non significa una cambiamento di posizioni.

"Il mio consiglio è di stare lontano dalla vicenda, gli si possono, o le si possono fare gli auguri, ma bisogna stare attenti, si può finire per offendere molte persone" è il consiglio di Ed Rollins, veterano degli strateghi repubblicani. Per esempio, aggiunge, "non è stata assolutamente divertente" la battuta fatta da Mike Huckbee, ex governatore dell'Arkansas e predicatore battista, anche lui al secondo tentativo presidenziale, che, parlando dei transgender disse: "mi sarebbe piaciuto che qualcuno mi avesse detto, ai tempi del liceo, che potevo sentirmi donna quando si trattava di fare la doccia dopo l'ora di educazione fisica".

Battute di cattivo gusto a parte, il fatto è, sottolinea Dan Pfeiffer, ex consigliere di Barack Obama, l'opinione pubblica, e quindi l'elettorato, soprattutto più giovane, si è spostata così velocemente in favore dei diritti dei gay e dei transgender che i repubblicani rischiano, ora che la questione è destinata ad entrare nel dibattito delle prossime elezioni, di trovarsi spiazzati. "La reticenza, a volte vera e propria intolleranza sulle questioni Lgtb è un problema per loro, soprattutto con i più giovani che, anche quando sono conservatori su altre questioni, ti considerano come un candidato del passato se non sostieni i diritti dei gay".

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