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Cina: 4 bambini morti avvelenati, forse suicidio per emigrazione genitori

11 giugno 2015 | 09.34
LETTURA: 2 minuti

Indagini su un apparente suicidio di tre bambine e un bimbo in Cina

(AFP)
(AFP)

Le autorità cinesi stanno indagando sull'apparente suicidio di quattro bambini, fra i 5 e i 13 anni, abbandonati dai loro genitori. I piccoli, tre bambine e un bambino, hanno ingerito dei pesticidi nella loro casa di Tiankan, alla periferia di Bijie, nella provincia sud occidentale di Guizhou. I genitori delle piccole vittime erano emigrati in cerca di lavoro.

La tragica storia dei quattro bambini non è purtroppo un caso isolato in Cina: nel Paese vi sono almeno 61 milioni di minori che vivono separati dai genitori emigrati altrove. Un terzo di loro vive con i nonni, l'11% con vicini del villaggio o altri parenti. Ma almeno due milioni di bambini vengono semplicemente abbandonati e sono frequentemente vittime di abusi, maltrattamenti, traffico di esseri umani. Già noti anche casi di suicidio in circostanze analoghe: lo scorso gennaio un bambino di nove anni si è impiccato con una corda di plastica dopo aver scoperto che sua madre non sarebbe tornata a casa per trascorrere con lui la festività del Capodanno Lunare a Wangjiang, una località 600 chilometri a ovest di Shanghai.

I migranti che dalle campagne si recano in città in cerca di lavoro hanno difficoltà a portare con sé i figli, a causa dell'elevato costo per allevarli nelle città. A questo triste fenomeno contribuisce il sistema che regola la residenza, chiamato Hukou, che vieta ai migranti l'accesso al welfare e alla scuola anche se abitano in città da decenni.

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