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Obama in visita ufficiale in Kenya: "L'Africa è in movimento"

25 luglio 2015 | 09.29
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Il presidente americano Barack Obama con il collega Uhuru Kenyatta (AFP) - AFP
Il presidente americano Barack Obama con il collega Uhuru Kenyatta (AFP) - AFP

"L'Africa è in movimento, le persone escono dalla povertà, i redditi salgono e la classe media cresce". Così Barack Obama, nella sua prima visita da presidente in Kenya, paese natale di suo padre. Il presidente Usa ha presieduto il Global Entrepreneurship Summit di Nairobi, una conferenza con giovani imprenditori e rappresentanti del mondo degli affari, per sottolineare che l'Africa deve diventare un "futuro centro per la crescita globale". I governi, ha aggiunto, devono però impedire che la corruzione comprometta questo processo. Il Kenya ha fatto "progressi incredibili", ha detto Obama, sottolineando che "quando venni qui a Nairobi 10 anni fa aveva un aspetto diverso da quello di oggi".

Nel pomeriggio il presidente Obama ha incontrato il collega di Nairobi Kenyatta per discutere di sicurezza e del contrasto al terrorismo. Ma durante la conferenza stampa ha esortato il Kenya, e tutta l'Africa, a rispettare i diritti dei gay, in aperto contrasto con la posizione espressa dal presidente keniota. "Ripeto sempre questa cosa in tutta l'Africa: quando si inizia a trattare in modo differente le persone, perché sono diverse, allora si inizia un cammino in cui le libertà vengono erose e succedono cose brutte", ha detto il leader Usa che ha paragonato l'omofobia - che è in crescita in Africa - alla discriminazione razziale che lui ha vissuto negli Stati Uniti: "Quando un governo inizia a trattare le persone in modo differente, allora questa abitudine si diffonde - ha detto - come afroamericano negli Stati Uniti ho sofferto sulla mia pelle quello che succede quando le persone vengono trattate in modo diverso per la legge. Su questo voglio essere chiaro".

Infatti il presidente americano è stato ancora più specifico, affermando che "per una persona che rispetta la legge, che lavora, rispetta le regole del traffico e non fa male a nessuno, l'idea di essere trattato diversamente o subire abusi a causa della persona che ama è sbagliato, punto e basta". Lo stesso tono categorico è stato però usato da Kenyatta che ha sottolineato che "dobbiamo ammettere che vi sono delle cose che non condividiamo". "Per i kenioti oggi la questione dei diritti dei gay veramente neanche si pone", ha concluso.

Obama è arrivato ieri sera a Nairobi dove ha partecipato a una cena con numerosi membri della sua famiglia paterna, tra i quali la nonna Sarah e la sorellastra Auma Obama. In programma oggi una visita al memoriale che ricorda l'attentato di Al Qaeda del 1998 all'ambasciata Usa, nel quale morirono oltre 200 persone, tra le quali 12 cittadini statunitensi e 34 dipendenti locali della sede diplomatica. Un simultaneo attacco all'ambasciata Usa di Dar es Salaam, in Tanzania, provocò 11 morti e 70 feriti.

Nel suo viaggio il presidente Usa è accompagnato dai consiglieri per la sicurezza nazionale Susan Rice e Ben Rhodes e da circa una ventina di senatori e deputati Usa. Dalla visita in Kenya si attende un rilancio delle relazioni bilaterali tra Washington e Nairobi, dopo che la Casa Bianca, nel 2013, si oppose alla candidatura di Kenyatta alla presidenza, a causa delle accuse che erano state presentate contro di lui davanti al Tribunale penale internazionale per le violenze che seguirono alle elezioni presidenziali del 2007. Accuse che sono state archiviate lo scorso dicembre.

Domenica, Obama terrà un discorso pubblico nel quale, secondo le anticipazioni, si concentrerà sul suo rapporto personale con il Paese di origine di suo padre. In serata, poi, il presidente Usa volerà ad Addis Abeba, dove per lunedì è in programma un incontro con il primo ministro Hailemariam Desalegn. Prima del suo ritorno negli Stati Uniti, Obama parteciperà a un evento pubblico con rappresentanti della società civile etiope e visiterà il quartier generale dell'Unione africana ad Addis Abeba.

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