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Libia, "per i 4 italiani rapiti contatti in corso". E il Copasir dice sì ai militari 007

07 agosto 2015 | 12.27
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Giacomo Stucchi
Giacomo Stucchi

"Si sta lavorando, ci sono contatti in corso, ieri Manenti ha dato gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda". Lo ha detto all'Adnkronos, Giacomo Stucchi, il senatore leghista a capo del Copasir, parlando dei quattro lavoratori italiani rapiti nelle scorse settimane in Libia. "Non sono in mano di terroristi, ma di criminali comuni - sottolinea Stucchi -. Criminali che cercano un riscatto, senza apparenti motivazioni politiche". "Per questo - dice ancora il presidente del Comitato di controllo dei servizi - la cosa può essere valutata con una preoccupazione di tipo 'razionale', maggiormente gestibile".

Da Stucchi arriva la conferma che tuttora ci "sono contatti in corso con soggetti che potrebbero dare una mano a risolvere la cosa".

Militari 007 - "Il Copasir, a settembre, presenterà un emendamento unitario di modifica alla proposta Latorre, che prevede di assegnare ai militari italiani in missione all'estero compiti finora riservati all'intelligence, con regole precise e condivise da tutti". Stucchi, intervistato dall'AdnKronos, spiega la posizione assunta dal Copasir relativamente alla proposta del senatore dem, Nicola Latorre, di dare compiti di intelligence ai militari italiani impiegati in scenari esteri, prevista nel suo emendamento all’articolo 18 del disegno di legge sulle missioni internazionali all’estero.

Per Stucchi "non sembra esserci problema di incostituzionalità nella assegnazioni di compiti di intelligence ai militari". "Inoltre - aggiunge il senatore leghista - stiamo valutando e studiando come questo tipo di attività vengono svolti in altri Paesi, già da tempo".

Per il presidente del comitato di controllo tutto deve avvenire "stabilendo esattamente limiti e garanzie" e soprattutto "chiarendo esattamente la catena di comando che si dovrà seguire".

Vicenda Hacking Team - "I dati sensibili legati all'utilizzo di 'Galileo' da parte dei servizi sono al sicuro, ma il vero problema, ad oggi, è il rallentamento delle indagini, che non possono più contare sul software della Hacking Team piratato nelle scorse settimane". Stucchi, infine fa una sintesi della vicenda legata all'utilizzo del software-spia da parte di polizia, carabinieri, Gdf e intelligence, dopo le audizioni a San Macuto dei vertici delle strutture che avevano in uso il programma Galileo.

Per Stucchi "siamo di fronte a un danno legato soprattutto al fatto di "aver perso uno strumento fondamentale se non unico, per le indagini". "Oltre alle intercettazioni classiche e ai pedinamenti - spiega il senatore leghista - , le indagini in corso facevano grande affidamento su software-spia come quello della HT". "Bisognerà trovare un'altra soluzione, magari ricorrendo a software analoghi che non sono italiani", conclude il capo del Copasir.

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