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Mo: Sodastream chiude fabbrica Cisgiordania per trasferirsi in Israele

08 settembre 2015 | 14.27
LETTURA: 3 minuti

Scarlett Johansson nello spot della Sodastream
Scarlett Johansson nello spot della Sodastream

Da anni oggetto di contestazioni e boicottaggi, Sodastream, l'azienda israeliana che produce bottiglie e apparecchi in grado di trasformare l'acqua di rubinetto in acqua gassata in più di 100 gusti, ha annunciato che entro le prossime due settimane chiuderà la fabbrica di Maale Adumim, costruita in una tra le più grandi colonie israeliane costruite illegalmente nei Territori palestinesi, per trasferirsi in un grande impianto nel deserto del Negev, nel sud di Israele.

La decisione è stata accolta con grande favore dai leader di 'Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzion' (BDS), una campagna internazionale contro Israele, secondo i quali il ritiro della società dalla Cisgiordania, che costerà a centinaia di palestinesi il posto di lavoro, è una grande vittoria per la causa palestinese. "Questa è una vittoria netta BDS contro una compagnia odiosamente complice israeliana", ha dichiarato Omar Barghouti, il co-fondatore del movimento, aggiungendo che ad Israele non dovrebbe essere consentito di sfruttare l'occupazione di fabbriche che operano in territori palestinesi.

Daniel Birnbaum, il chief executive di SodaStream, ha detto che "la chiusura della fabbrica Cisgiordania non ha nulla a che fare" con la campagna di boicottaggio contro la sua azienda e contro la testimonial del marchio, la famosa attrice Scarlett Johansson, che l'anno scorso a causa delle critiche seguite allo spot pubblicitario che la vedeva protagonista, ha dovuto lasciare la sua carica di ambasciatrice di Oxfam, Ong che ha posizioni filopalestinesi

"Si è trattato di una campagna di propaganda, politica, odio, antisemitismo. Tutta roba con cui non vogliamo avere a che fare", ma i suoi effetti sui conti sono stati "marginali", ha aggiunto Birnbaum, spiegando che negli ultimi tre trimestri la società ha visto ricavi e prezzi delle azioni in ​​calo dovuti ad un cambiamento nelle abitudini dei consumatori.

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