Drammatica protesta delle deputate della Nuova Zelanda che sono state costrette a lasciare il Parlamento dopo aver rivelato le loro esperienze di abusi e violenze sessuali, in segno di protesta contro le dichiarazioni rilasciate ieri dal primo ministro, John Key. Durante il question time a Wellington, il premier neozelandese ha infatti accusato l'opposizione laburista e i parlamentari dei Verdi di prendersi cura di più dei pedofili e degli stupratori che del resto della popolazione.
"Alcuni dei detenuti sono stupratori, alcuni di loro sono molestatori di bambini e altri sono assassini. Eppure queste sono le persone che secondo il partito laburista meritano protezione quando torneranno qui", ha detto Key, riferendosi alle preoccupazioni sollevate dall'opposizione per la detenzione di cittadini neozelandesi in attesa di espulsione nel centro sulla Christmas Island (l’isola di Natale), in Australia, dopo che il governo di Canberra ha annullato i lori visti a causa dei crimini commessi.
Parole che hanno offeso molte delle deputate laburiste e partito dei Verdi. "Come la vittima di una violenza sessuale, prendo commenti del primo ministro come un'offesa personale e chiedo che ritiri quanto ha detto e chieda scusa", ha detto Metiria Turei. Quando anche le altre parlamentari hanno ripetuto l'invito a Key di scusarsi, lo Speaker David Carter ha ordinato loro di fermarsi, dicendo che stavano "violando le regole".
Nonostante l'avvertimento, le deputate hanno continuato a rimanere in piedi per sollecitare Carter ad agire, il quale però ha deciso di espellerle dall'emiciclo. A lasciare l'Aula, volontariamente, anche un altro gruppo di parlamentari, composto sia da uomini che da donne. "Abbiamo deciso di abbandonare l'Aula perché ogni donna in questo paese ha bisogno di sapere che le parlamentari non sopportano tutto questo", ha spiegato Catherine Delahunty.
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