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Argentina: Macri, il presidente di origine italiana che chiude era Kirchner/Scheda

10 dicembre 2015 | 17.46
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Il presidente argentino, Mauricio Macri (Foto Infophoto)
Il presidente argentino, Mauricio Macri (Foto Infophoto)

Vincitore del secondo turno delle presidenziali argentine, Mauricio Macri è ufficialmente il nuovo leader della Casa Rosada. Governatore di Buenos Aires dal 2007, è figlio dell'imprenditore e magnate di origine calabresi Franco Macri, che arrivò in Argentina da Roma nel 1949, e di Alicia Blanco Villegas, di origini spagnole.

Macri, dell'alleanza di centro destra Cambiemos, ha ottenuto quasi il 52% con una campagna all'insegna del "cambiamento", dopo 12 anni di "kirchnerismo", promettendo maggior rigore economico, un'Argentina "a povertà zero" e una diversa collocazione internazionale più vicina agli Stati Uniti e distante dal Venezuela.

Ingegnere civile ed imprenditore, il 56enne Macri fu vittima di un sequestro nel 1991. Venne liberato dopo 12 giorni in seguito al pagamento di un riscatto di sei milioni di dollari. I rapitori furono poi arrestati e condannati. Fra il 1995 e il 2007 è stato il presidente di una delle maggiori squadre di calcio argentine, quella dei "Boca Juniores".

Nel 2003 ha fondato il partito di centro destra Compromesso per il Cambiamento, mentre nel 2005 ha creato l'alleanza elettorale Proposta repubblicana, insieme a Ricardo Lopez Murphy, presidente del partito Ricreare per la Crescita.

Eletto deputato al parlamento nazionale argentino nel 2005, Macri si è poi candidato con successo nel 2007 come governatore della città di Buenos Aires. Alle elezioni del 2011 è stato poi confermato per un secondo mandato alla guida della capitale argentina. Padre di quattro figli, è sposato con l'imprenditrice 40enne Juliana Awada.

Tra i presenti alla cerimonia di insediamento anche otto presidenti latinoamericani - Evo Morales, Bolivia; Dilma Rousseff, Brasile; Michelle Bachelet, Cile; Juan Manuel Santos, Colombia; Rafael Correa, Ecuador; Horacio Cartes, Paraguay; Ollanta Humala, Perù; Tabare Vazquez, Uruguay - e l'ex re di Spagna Juan Carlos. Grandi assenti: Cristina Fernandez de Kirchner, così come il presidente venezuelano Nicolas Maduro.

Proprio Maduro ieri ha detto che il mandato del neo presidente argentino "andrà molto male". Nel suo discorso settimanale Maduro ha affermato che "in Argentina ha vinto un'opzione di destra, neoliberale, estremista, antilatinoamericana e profondamente antibolivariana. Macri è un borghese dell'elite e l'intero governo che ha nominato è la crema dell'elite".

Dopo la vittoria di Macri, il governo di Maduro non si è unito all'ondata di congratulazioni fatte Macri il mese scorso. "Macri - ha detto Maduro - ha già annunciato che farà tornare il fondo monetario internazionale in Argentina. Un enorme cambiamento. Forse abbiamo bisogno di affrontare questa prova per vedere se ritornano i tempi passati o se si è dato vita a una nuova era per riconquistare il percorso della vittoria in Venezuela e in Argentina".

Da parte sua, nell'ultimo discorso prima di cedere il mandato, ieri sera la Kirchner, oltre a ricordare i risultati raggiunti in questi anni, ha detto di auspicare "un grado maggiore di democrazia" nel Paese, criticando i mezzi di comunicazione e, soprattutto, la Magistratura nel quadro del passaggio di consegne.

"Non posso parlare molto perché a mezzanotte mi trasformo in zucca", ha scherzato ieri sera, riferendosi alla decisione della giustizia che ha stabilito che il suo mandato terminasse a mezzanotte, lasciando il Paese con un presidente ad interim per 12 ore, fino all'insediamento di Macri a mezzogiorno. "Mai in vita mia ho pensato che avrei visto un presidente ad interim per 12 ore nel mio Paese", ha detto la presidente uscente davanti a migliaia di sostenitori a Plaza de Mayo.

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