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Cina, Xi: "Utenti Internet siano liberi di esprimersi ma ci vuole 'ordine'"

16 dicembre 2015 | 12.50
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(Infophoto) - INFOPHOTO
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I cittadini cinesi dovrebbero avere il diritto di esprimere liberamente i propri pensieri sul web. Tuttavia ogni nazione dovrebbe disporre di un'autorità indipendente per governare la propria rete internet. Ad appena due giorni dall'inizio del processo a Pu Zhiqiang, il più noto attivista cinese sul fronte della libertà di parola accusato di avere inviato tweet irriverenti nei confronti delle autorità cinesi, è questa la dichiarazione rilasciata dal presidente Xi Jinping in apertura della World Internet Conference, la Conferenza mondiale di Internet in corso fino al 18 dicembre a Wuzhen, nel Zhejiang, nella parte orientale della Cina.

"Come nel mondo reale, la libertà e l'ordine sono entrambi necessari nel cyberspazio", ha detto Xi, per il quale è importante che 670 milioni di utenti internet del suo paese godano delle "libertà" online, nonostante la censura diffusa e il blocco di molti servizi internet stranieri tra cui Facebook, Twitter, Wikipedia e Instagram. "Dobbiamo rispettare i diritti degli utenti di Internet di scambiare idee ed esprimere i loro pensieri e dobbiamo anche costruire un buon ordine nel cyberspazio in accordo con la legge, perché questo aiuterà a proteggere i legittimi diritti e gli interessi di tutti", ha aggiunto il presidente cinese.

"Il cyberspazio - ha aggiunto Xi davanti ai presidenti e ai delegati di alcune delle aziende di tecnologia leader a livello mondiale, così come al primo ministro russo Dmitry Medvedev e al presidente pakistano Mamnoon Hussain - non è un luogo al di là dello stato di diritto. Tutti dovrebbero rispettare la legge, con i diritti e gli obblighi delle parti interessate chiaramente definiti. Il cyberspazio deve essere governato, gestito e utilizzato in conformità con la legge in modo che possa godere di un sano sviluppo". Secondo il presidente cinese, l'azione del governo su internet è necessaria per rafforzare un "comportamento civile", occorrono quindi misure per "riabilitare l'ecologia informatica".

Inoltre, "dovremmo rispettare il diritto di ogni singolo paese di governare e gestire il proprio cyberspazio. Nessun paese deve tentare di perseguire l'egemonia sul web o sostenere attività informatiche che minano la sicurezza nazionale di altri paesi".

Nel suo discorso di Xi non ha fatto alcun riferimento al caso di Pu Zhiqiang, processato ieri per aver postato su Weibo, il Twitter cinese, sette post che criticavano il partito comunista al governo. Un processo che i critici hanno definito una "farsa" e che secondo alcuni attivisti contribuirà a definire ciò che può e non può essere detto su internet in Cina in futuro. Quanto al discorso di Xi, attivisti e sostenitori di Pu hanno reagito con disprezzo. "Tutta la sua altisonante retorica non ha alcun senso. Dice che rispetta i nostri diritti, ma quello che fa è l'esatto opposto", ha detto Du Yanlin, un dissidente che ha trascorso un mese in carcere all'inizio di quest'anno dopo la pubblicazione di un selfie in piazza Tiananmen.

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