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Regeni, "non era una spia. E' stato un atto criminale"

08 febbraio 2016 | 15.03
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Un'immagine del sit-in organizzato al Cairo sabato (Adnkronos)
Un'immagine del sit-in organizzato al Cairo sabato (Adnkronos)

La polizia egiziana non è coinvolta nell'uccisione Giulio Regeni che "non era una spia". Ad affermarlo in una conferenza stampa al Cairo, è stato il ministro degli Interni egiziano Magdy Abdel Ghaffar il quale ha sottolineato che il caso del ricercatore italiano viene trattato "come fosse un egiziano" e non come se fosse "un caso di spionaggio". Regeni "non era mai stato arrestato da qualsiasi organo della polizia", ha detto ancora il ministro aggiungendo: la vicenda è "sicuramente un atto criminale".

Quanto alla delegazione italiana che si trova al Cairo per partecipare alle indagini sulla morte "viene informata minuto per minuto su tutti i dettagli delle indagini" condotte dalle autorità egiziane.

"Mi meraviglia che alcuni giornalisti parlino di ipotesi fantasiose. Come mai appaiono notizie false contro gli apparati di sicurezza, la cui politica è di non compiere questo genere di atti?", ha affermato poi Magdy Abdel Ghaffar dicendosi "infastidito" dalle "voci" circolate sui media in merito al caso. "Non accettiamo neanche - ha aggiunto - che si facciano allusioni". Il ministro, sottolineando che "siamo stati informati il 27 gennaio della scomparsa del giovane", ha porto le sue "condoglianze al popolo italiano per la scomparsa del giovane" e ha aggiunto: "Stiamo raccogliendo informazioni per arrivare ai responsabili dell'accaduto, con grandi sforzi da parte degli apparati di sicurezza", "noti per la loro trasparenza e integrità".

I genitori al pm: non aveva mai espresso timori per la sua sicurezza - Primo colloquio con il pm di Roma Sergio Colaiocco di Claudio e Paola Regeni, genitori di Giulio, il ricercatore italiano ucciso in Egitto. Colaiocco, che procede per omicidio volontario, ha raccolto anche le dichiarazioni di alcuni amici della vittima. Secondo indiscrezioni, i genitori avrebbero riferito che il figlio, pur consapevole di trovarsi in una situazione preoccupante, non aveva mai manifestato timori per la sua sicurezza e incolumità.

Sulla vicenda intanto c'è stato in procura un incontro per ricostruire qual era la rete di conoscenze sia in Italia sia in Egitto di Regeni e per avere un quadro preciso delle persone che con lui intraprendevano rapporti. Escluso intanto dagli investigatori di piazzale Clodio che Regeni avesse rapporti con i servizi segreti. Quello che lo interessava erano le questioni socio-economiche dell'Egitto e i suoi contatti con esponenti del sindacato locale.

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