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Regeni, al vaglio chat via social e Skype. Il Cairo: "Da media occidentali notizie false"

15 febbraio 2016 | 09.45
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I funerali di Regeni (Afp) - AFP
I funerali di Regeni (Afp) - AFP

"Alcuni giornali occidentali hanno pubblicato informazioni assolutamente false riguardo le circostanze della scomparsa" del ricercatore italiano Giulio Regeni, di cui si erano perse le tracce la notte del 25 gennaio al Cairo e che il 3 febbraio è stato ritrovato morto in un fosso sull'autostrada Il Cairo-Alessandria. E' quanto ha dichiarato un responsabile dell'ufficio stampa per la sicurezza del ministero dell'Interno egiziano.

In una nota, il responsabile ha precisato che "il team di ricerca allargato incaricato delle indagini sulla morte del giovane italiano prosegue i suoi sforzi di ora in ora in un quadro di cooperazione totale con la parte italiana". La fonte ha precisato che "i risultati di questi sforzi saranno annunciati nel momento in cui si giungerà a informazioni certe".

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni , prima di partecipare al Consiglio Affari Esteri a Bruxelles, ha dichiarato: "Il passare del tempo non attenuerà il nostro impegno su questa questione. Nei prossimi giorni faremo il punto con il team investigativo che è da una decina di giorni al Cairo per verificare i frutti di una collaborazione che ci aspettiamo piena e totale da parte delle autorità egiziane".

"Sul caso Regeni io credo che il governo italiano mantenga una posizione molto ferma. E' chiaro che non è che ci accontentiamo di ricostruzioni facili o di verità di comodo", ha detto Gentiloni. "La nostra partnership, che è una partnership importante, deve anche tradursi, in casi come questi, in una piena collaborazione per l'accertamento della verità. L'impegno nostro c'è - ha sottolineato - e non sarà il trascorrere del tempo ad attenuare l'impegno del governo italiano".

Sul fronte delle indagini, si cercano anche nel personal computer consegnato al magistrato dai genitori di Giulio Regeni elementi che possano aiutare gli investigatori a stabilire le responsabilità della morte del ricercatore. Tra i dati emersi fino ad ora c'è anche il fatto che quotidianamente Regeni era in contatto con una trentina di persone attraverso social network e via Skype.

Tutto il materiale raccolto ora è all'esame dei consulenti del pubblico ministero Sergio Colaiocco, che continua ad incontrare gli investigatori dello Sco e dei Ros impegnati fin dal primo momento delle indagini. Intanto la Procura della Repubblica di Roma ha sollecitato le autorità del Cairo attraverso la rogatoria di inviare in Italia la documentazione riguardante gli atti istruttori compiuti fino ad oggi dalle autorità egiziane.

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