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Dalai Lama, Centro Mandala Milano: "Prematuro parlare di successione"

01 marzo 2016 | 19.26
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(Fotogramma)
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E' "prematuro" parlare di una successione al Dalai Lama, il leader spirituale tibetano ricoverato in un ospedale di Rochester, nel Minnesota. E' Lama Paljin Tulku Rinpoce, guida spirituale del Mandala Centro Studi Tibetani di Milano, a sottolinearlo all'Adnkronos. "Non conosco le attuali condizioni di salute di Sua Santità il XIVº Dalai Lama, ma mi risulta che proprio ieri abbia tenuto una conferenza agli oltre 500 malati della clinica Mayo dove è ospite per i controlli di cui si è parlato in questi giorni. Ciò -rileva - fa ben sperare sulla sua intenzione di restare ancora per molti anni a svolgere la missione di guida spirituale di tutti gli appartenenti alla Tradizione buddista tibetana e di alfiere della pace nel mondo".

"Milioni di persone - continua - pregano per lui e gli chiedono di vivere a lungo e certamente le energie di tali preghiere daranno risultati positivi. Dunque parlare della sua successione mi sembra fuori luogo e prematuro. Se vogliamo comunque considerare la cosa da un punto di vista puramente tecnico, sono anni che Sua Santità il Dalai Lama insiste sul fatto che le reincarnazioni dei Dalai Lama continueranno solo se i Grandi Lama della tradizione tibetana, il popolo tibetano e gli organi ufficiali preposti lo riterranno opportuno: in questo caso sarà lui a dare istruzioni precise a riguardo".

"Non credo - aggiunge la guida spirituale del Mandala centro studi tibetani di Milano - che la figura del Dalai Lama come guida spirituale dei tibetani e dei fedeli di tutto il mondo possa scomparire, poiché il lignaggio dei Dalai Lama fa parte di un sistema secolare che caratterizza la cultura del popolo tibetano ed è un sicuro riferimento per la purezza della trasmissione di una Tradizione che ha come obiettivo il bene di tutti gli esseri".

"Purtroppo - osserva Lama Paljin Tulku Rinpoce - in alcuni casi il sistema di riconoscimento dei Lama reincarnati è stato utilizzato in modo inappropriato, soprattutto per scopi di potere economico e politico, come è avvenuto nel caso dell'XIº Panchen Lama riconosciuto nel 1995 dall'attuale Dalai Lama, rapito e sostituito dal governo della Repubblica Popolare Cinese. Questi episodi generano confusione, indignazione e ledono l'immagine del Buddhismo".

Per questo motivo il Dalai Lama "sottolinea che nessun riconoscimento o accettazione può essere dato a un candidato che non sia scelto con metodi legittimi: proprio quei metodi che dovrebbero portare all'insediamento del prossimo Dalai Lama".

"Il quale, detto per inciso, potrebbe anche non essere la reincarnazione del continuum mentale dell'attuale XIVº Dalai Lama ma potrebbe invece essere scelto dal Dalai Lama stesso tra qualcuno che abbia una connessione con la sua Mente di saggezza e, tramite il potere puro del karma e delle preghiere, possa essere riconosciuto con una sua emanazione in grado di continuare - conclude - la sua preziosa opera di diffusione del buddhismo per il beneficio di tutti gli esseri senzienti".

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