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Migranti, vertice Ue-Turchia: Ankara chiede altri 3 miliardi di euro

07 marzo 2016 | 13.30
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Jean-Claude Juncker, Ahmet Davutoglu e Donald Tusk (Afp) - AFP
Jean-Claude Juncker, Ahmet Davutoglu e Donald Tusk (Afp) - AFP

La Turchia ha chiesto all'Ue "fondi addizionali" per collaborare nella gestione della crisi dei migranti, per "3 miliardi euro fino al 2018", che "sono in discussione". Lo ha detto il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, in conferenza stampa a Bruxelles. I fondi servirebbero ad Ankara per aiutare i rifugiati siriani, "non quelli che sono nei campi, ma quelli che sono in giro per il Paese e hanno bisogno di istruzione per i figli, di assistenza sanitaria, di sostegno all'inclusione nel mercato del lavoro".

Per assicurare l'erogazione dei fondi richiesti, continua Schulz, "serve la cooperazione del Parlamento, con una procedura di bilancio aggiuntiva. Qui il Parlamento è pronto a fare quello che può per velocizzare il processo. Non dipende solo dal Parlamento, ma anche dagli Stati membri e abbiamo visto l'ultima volta che il Parlamento è stato relativamente veloce, mentre gli Stati sono stati relativamente lenti".

"La Turchia è pronta a lavorare con l'Ue e anche ad essere un membro dell'Ue", aveva detto il premier turco Ahmet Davutoglu, arrivando a Bruxelles per il vertice con i 28 capi di Stato e di governo dell'Ue. "Siamo tutti colleghi che lavorano insieme, gomito a gomito, per il futuro del nostro continente", aveva aggiunto.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citato dall'agenzia ufficiale Anadolu, ha detto: "L'Ue deve ancora dare alla Turchia i tre miliardi di euro per i rifugiati che ha promesso quattro mesi fa". "Sono quattro mesi - ha detto in un discorso ad Ankara - che aspettiamo che li sblocchino". "La Turchia ha salvato quasi 100.000 rifugiati nel Mediterraneo", ha aggiunto Erdogan.

Il cancelliere austriaco Werner Faymann intanto insiste sulla necessità di chiudere la rotta dei Balcani seguita dai migranti per raggiungere il nord Europa: "Sono decisamente a favore di dire a tutti chiaramente: chiuderemo tutte le rotte, anche la rotta balcanica. Per molti è stato troppo facile semplicemente lasciar entrare gente, condurla dentro. Più chiaramente opponiamo resistenza, meglio sarà", ha aggiunto.

Per Angela Merkel la riduzione del flusso dei migranti in arrivo deve essere frutto di una "soluzione sostenibile da ricercarsi assieme alla Turchia" per garantire che il numero di arrivi sia ridotto "per tutti i paesi, compresa la Grecia". La cancelliera ha sottolineato come l'approccio Ue non possa essere quello di "chiudere l'una o l'altra cosa". Merkel, spiegano fonti diplomatiche, è tra coloro che sono contrari alla possibilità di dichiarare "chiusa" la rotta dei Balcani occidentali seguita dai migranti per arrivare nel nord Europa.

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