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Siria: Kasparov, altro che spiraglio per pace, annuncio di Putin è improvvisato

19 marzo 2016 | 18.46
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Aleppo prima della tregua (foto Afp)
Aleppo prima della tregua (foto Afp)

Il ritiro della maggior parte delle forze russe dalla Siria in coincidenza con l'avvio dei negoziati di Ginevra non è uno spiraglio per la fine della crisi, ma solo l'ennesima improvvisazione di Vladimir Putin. "Niente a che fare con una strategia da parte sua neanche in questo caso, ma solo un piano a breve termine", sottolinea l'oppositore Garry Kasparov, in una intervista all'Adnkronos. "Bastava guardare lunedì la faccia di Sergei Shoigu (il ministro della difesa, che il presidente ha chiamato al Cremlino insieme a quello degli esteri Sergei Lavrov, prima di dare l'annuncio ndr), era livido, doveva sentir parlare per la prima volta del ritiro in quel momento. Anche se non avessi sentito quello che diceva Putin, bastava leggere il suo linguaggio del corpo, il suo era puro poker. E poi il sistema della propaganda non era pronto per una tale svolta".

L'ex campione del mondo di scacchi, a Roma per presentare il suo libro "L'inverno sta arrivando" (Fandango), sottolinea che "quando il presidente russo ha dato il via all'intervento in Siria lo scorso settembre, non aveva una exit stratregy, voleva solo compensare il fallimento dell'operazione in Ucraina. Avrebbe voluto in Ucraina la conquista del territorio da Luhansk a Odessa, distruggere il paese e non c'è riuscito, ha calcolato male la reazione degli ucraini di etnia russi e non poteva permettersi di rischiare di impegnare più forze, un numero maggiore di militari russi uccisi. Ecco, dato che i dittatori non possono fare errori o dimostrarsi deboli, ma dare solo prova di forza, aveva bisogno di qualcosa d'altro".

"Avevo pensato che Putin avrebbe scelto l'Azerbaigian, che fra l'altro confina con l'instabile Daghestan russo, è accanto alla Georgia ancora irrisolta, con una guerra ibrida o una operazione attraverso il Nagorno Karabakh, in ogni caso qualcosa nella regione del Caucaso perché altre direzioni, come i Baltici, non erano ancora pronte -ricorda l'oppositore- Invece ha trovato una soluzione migliore, la Siria, ed è anche riuscito a spingere ancora più profughi in Europa. Vantaggi a breve, ma nessuna pianificazione. La ragione specifica della sua decisione improvvisa, la si può solo ipotizzare: si dice che sia stato abbattuto un altro aereo russo, forse aveva timore dell'invasione della Siria da parte della Turchia o che l'Arabia saudita potesse fornire ai ribelli missili terra aria, forse invece è un giochetto con l'Iran. Tipico del giocatore di poker". Ma non ci si illuda, da Mosca nessuno spiraglio per la pace.

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