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Belgio: lo scrittore Aspe, Stato fallito, persa una generazione

23 marzo 2016 | 18.17
LETTURA: 3 minuti

Pieter Aspe -  Foto casa editrice Fazi
Pieter Aspe - Foto casa editrice Fazi

Il Belgio è uno Stato fallito e, a causa di un sistema politico complicato per cui a Bruxelles ci sono 19 sindaci autonomi con 19 polizie, tanti quanti sono i Comuni in cui è divisa, "abbiamo perso una generazione, ci vorranno 10-15 anni" per recuperare le centinaia di giovani che si sono radicalizzati. L'analisi è di Pieter Aspe, eclettico scrittore di gialli di lingua fiamminga, nato nel 1953 a Bruges, con un passato di magazziniere, commerciante, poliziotto marittimo e fotografo.

"Il Belgio è un Paese fallito e anche Bruxelles, come città, lo è - dice all'Adnkronos Aspe, creatore del commissario Pieter Van In, la cui ultima avventura tradotta in italiano è "Il Caso Dreyse", edito da Fazi - Per capire il perché, bisogna ricordare la situazione complicata di un Paese che è diviso tra le Fiandre dove si parla fiammingo, la Vallonia, dove si parla francese, e Bruxelles, dove si parlano tutte e due le lingue".


A questo va aggiunto che la capitale è divisa in 19 comuni, ognuno dei quali ha un proprio sindaco ed una propria polizia, ricorda ancora lo scrittore: "Qui, per evitare problemi e tensioni, tutti hanno lasciato fare e adesso ci ritroviamo con giovani radicalizzati che non vanno a scuola, parlano solo arabo, vivono completamente isolati. E' come se ci fossero degli altri Comuni all'interno dei Comuni". Secondo Aspe, "è una generazione perduta, ormai è troppo tardi per risolvere il problema".

"Ci vorranno 10-15 anni per cambiare le cose - sostiene - bisognerebbe dare un'istruzione a questi giovani, convincere i genitori a insegnare loro la lingua del Paese in cui abitano". Ma il problema è anche politico: perché, spiega, "il governo centrale federale non controlla i Comuni di Bruxelles, bisognerebbe eliminarli e invece di avere 19 borgomastri bisognerebbe avere un sindaco unico, votato da tutti, non solo dai valloni o dai fiamminghi".

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