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Blitz a Bruxelles, tre arresti "Salah non vuole più parlare"

25 marzo 2016 | 07.16
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Un poliziotto a  Schaerbeek (Afp)
Un poliziotto a Schaerbeek (Afp)

Tre sospetti sono stati arrestati nel corso dei blitz, condotti questa mattina in diversi comuni di Bruxelles, nell'ambito delle indagini scaturite dall'arresto la notte scorsa a Argenteuil, nella banlieue nord di Parigi, di Reda Kriket. Lo ha confermato il procuratore federale belga in un comunicato, aggiungendo che le operazioni sono scattate a Forest, dove è stato fermato un uomo di nome Tawfik A., rimasto ferito a una gamba. A Saint-Gilles, dove è stato fermato Salah A. e a Schaerbeek, dove anche in questo caso il sospetto è stato ferito a una gamba. Potrebbe trattarsi di Abrini Mohammed, uno dei complici in fuga di Salah Abdeslam. Lo sostiene Sudpresse che ha pubblicato sul suo sito un video, ripreso anche da altri media belgi, dove si vede un uomo disteso a terra nei pressi di una fermata del tram con uno zaino ancora in mano, mentre viene controllato da un robot a comando remoto. In un altro video, pubblicato sempre dal sito belga si vedono i poliziotti che portano via il sospetto tirandolo per le braccia. Citata da 'Le Soir' la procura non ha confermato che la persona fermata sia Abrini.

Salah non vuole più collaborare - In seguito agli attacchi di Bruxelles, Salah Abdeslam ha deciso che non collaborerà più con gli investigatori. Lo ha riferito il ministro della Giustizia Koen Geens. "Il procuratore federale mi ha appena informato che Salah Abdeslam non ha più voluto parlare dopo gli attentati all'aeroporto Zaventem e alla metropolitana di Bruxelles", ha detto il ministro belga intervenendo alla Camera.

Forse Cheffou uomo col cappello - La procura di Bruxelles ha confermato che tre delle sei persone arrestate ieri nell'ambito degli attentati di Bruxelles rimangono in custodia. Si tratta di Fayçal Cheffou, e altri due sospetti fermati nel quartiere Jette. Secondo i media belgi Cheffou sarebbe l'uomo con la giacca e il cappello fuggito dopo l'attacco a Zaventem, ma non ci sono conferma ufficiali. L'uomo attualmente si rifiuta di collaborare con la giustizia.

La procura ha anche confermato che il secondo kamikaze dell’aeroporto è Najim Laachraoui, che si è fatto saltare in aria insieme a Ibrahim El Bakraoui. "Siamo in grado di confermarlo in base al Dna", ha riferito il procuratore federale. Nato il 18 Maggio 1991, le tracce di Laachraoui sono state rilevate su un giubbotto esplosivo trovato nei pressi del Bataclan e su una bomba dello Stade de France, usati il 13 novembre negli attentati di Parigi.

Ricercato un siriano - Intanto c'è un nuovo sospettato ricercato sia per gli attentati di Parigi del 13 novembre, che per gli attacchi a Bruxelles di martedì scorso: Naim Al Hamed, siriano di 28 anni. Lo rivela 'La Derniere Heure', secondo cui l'uomo sarebbe "molto pericoloso e potrebbe essere armato". Dopo gli attentati di Bruxelles, si legge sul sito belga, i servizi antiterrorismo occidentali hanno ricevuto una lista di cinque principali sospettati che si presume siano coinvolti negli attentati di novembre e del 22 marzo.

Erdogan, Bruxelles incapace di gestire la lotta all'Is - Le autorità belghe si sono dimostrate troppo morbide nei confronti dei gruppi militanti e dovranno spiegare il fallimento dell'intelligence nell'evitare attentati kamikaze da parte di miliziani del sedicente Stato islamico (Is). E' quanto sostiene il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo il quale le autorità europee hanno dimostrato di essere ''incapaci'' nella gestione della lotta all'Is, dopo che lo scorso luglio uno degli attentatori di Bruxelles era stato deportato dalla Turchia e successivamente scarcerato. Il riferimento è a Ibrahim El Bakraoui, uno dei due fratelli indicati dalle autorità belghe come i responsabili degli attacchi di martedì nella capitale.

Hollande, cellula terrorista presto annientata - La rete dietro gli attacchi del 13 novembre in Francia e degli attentati di Bruxelles "è in procinto di essere distrutta". Lo ha detto Francois Hollande. "Sappiamo che ci sono altre reti. Anche se coloro che hanno commesso gli attentati di Parigi e Bruxelles stanno per essere annientati, c'è sempre una minaccia", ha detto il presidente francese poco prima di un incontro con l'ex presidente israeliano Shimon Peres all'Eliseo.

Il covo di Salah - Intanto la polizia della città belga di Malines, vicino Bruxelles, ha fatto sapere che non aveva informazioni riguardo il possibile covo di Salah Abdeslam. La polizia locale, quindi, attraverso il comandante Yves Bogaerts, ha negato di avere trattenuto informazioni cruciali. La precisazione arriva dopo che il sito della 'Derniere Heure' ha rivelato che un poliziotto di Malines, in un rapporto confidenziale del 7 dicembre scorso destinato alla cellula antiterrorismo della polizia giudiziaria federale della capitale, avrebbe indicato l'indirizzo di rue de Quatre Vents, 79, dove venerdì scorso è stato trovato il terrorista. Rapporto, però, secondo la Derniere Heure, che non è mai stato trasmesso ed è rimasto per tre mesi alla polizia di Malines. Tuttavia, Bogaerts ha riconosciuto che è stato commesso un errore tra i servizi riguardo la trasmissione di un'informazione al database nazionale generale.

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