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Panama Papers, Cameron ammette gli errori. Proteste davanti a Downing Street

09 aprile 2016 | 16.27
LETTURA: 3 minuti

Proteste a Londra contro David Cameron  (Afp) - AFP
Proteste a Londra contro David Cameron (Afp) - AFP

Mea culpa di David Cameron sulla questione Panama Papers. Il premier britannico, parlando a Londra all'assise di primavera del Partito conservatore, ha riconosciuto che la sua vicenda personale avrebbe potuto essere gestita "meglio". "Non è stata una grande settimana", ha detto Cameron, protagonista per giorni di dichiarazioni altalenanti, fino all'ammissione definitiva di aver posseduto (e poi venduto nel 2010 quando divenne premier) alcune quote della società offshore gestita dal padre.

"Avrei dovuto gestirla meglio, avrei potuto gestirla meglio", è stato costretto ad ammettere il premier conservatore, assumendosi ogni responsabilità: "Non date la colpa a Downing Street o a oscuri consiglieri, la colpa è mia". Il premier ha poi confermato che intende rendere pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi "non solo quelle di quest'anno ma anche per gli anni passati perché intendo essere completamente aperto e trasparente su queste cose".

Nel frattempo, mentre il leader laburista Jeremy Corbyn accusava Cameron di aver "ingannato" l'opinione pubblica e di avere "perso la fiducia dei britannici", per le strade di Londra andava in scena la protesta. Un gruppo di manifestanti si è prima radunato davanti a Downing Street, per poi trasferirsi davanti al Grand Connaught Rooms, l'albergo dove Cameron stava parlando all'assemblea dei Tories. Con cartelli e slogan i manifestanti chiedevano a gran voce al premier di agire contro i paradisi fiscali o di "dimettersi".

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