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Usa: in Virginia un paesino di nome Siria, 'ecco perché molti voteranno Trump'

24 maggio 2016 | 13.44
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Usa: in Virginia un paesino di nome Siria, 'ecco perché molti voteranno Trump'

Si chiama Siria, si trova nel cuore della Virginia e a differenza del lontano Stato omonimo, questo paesino americano non ha musulmani nella sua comunità. Si tratta, spiega il Washington Post, di un grazioso villaggio con i fiumi pieni di trote e gli orsi bruni sulle colline, nonché con molti dei suoi abitanti, non più di 200 in tutto, che apprezzano una delle proposte più controverse e derise di Donald Trump: il divieto di ingresso per i musulmani negli Usa.

Come Laurie Richards, cassiera di un negozio: non le piace tutto di Trump, ma crede che sia giusto parlare di temporaneo blocco dei musulmani, se si pensa che fanatici islamici, responsabili degli attacchi terroristici del 9/11, continuano a commettere attentati e omicidi, da Bruxelles a San Bernardino. "Se penso che sarà perfetto come presidente? No", ha dichiarato la 43enne. Ma le sue idee provocatorie - come quella di un gigantesco muro al confine Usa-Messico - mostrano un "atteggiamento: Trump capisce il problema ed è aperto a soluzioni drastiche", ha spiegato.

Di tutte le idee del magnate repubblicano candidato alla Casa Bianca, il divieto per i musulmani è considerato dai suoi critici completamente assurdo. Con 1,7 miliardi di musulmani nel mondo, si propone di chiudere fuori quasi una persona su quattro. Un'ipotesi definita razzista, incostituzionale e inapplicabile, con la front-runner democratica Hillary Clinton che l'ha bollata come "vergognosa" e "pericolosa".

Eppure la proposta risulta avere un più ampio supporto di quanto ci si aspettasse. A livello nazionale, il 64% degli elettori repubblicani ha detto in un recente sondaggio del Washington Post-Abc News che approva il divieto, così come ha fatto il 45% degli indipendenti e il 26% dei democratici.

A Siria, città a maggioranza repubblicana in uno stato fondamentale nella contesa per la Casa Bianca, parlare del divieto deplorato da tanti è esattamente ciò che sta radunando le persone intorno a Trump. Si tratta di una delle qualità principali della candidatura del tycoon: la sua popolarità è cresciuta e si è mantenuta costante proprio a causa della sua retorica estremista.

Altrettanta confusione sta generando nei nemici di Trump il fatto che molti dei suoi sostenitori non prendano realmente sul serio le sue idee. Diverse persone ritengono infatti che abbia poco senso dare troppo importanza alle proposte pre-elettorali perché i candidati raramente le mettono in pratica quando sono in carica, soprattutto se è necessaria l'approvazione del Congresso.

Richards, per esempio, non pensa che alla fine un divieto ci sarà, proprio come sa che il Messico probabilmente non pagherà per il muro gigantesco da costruire al confine con gli Stati Uniti. Ma ritiene che nessun altro candidato sta dicendo quello che lei pensa: quasi chiunque può mettere piede negli Stati Uniti, e quei giorni dovrebbero finire. "Trump non è un angelo, a volte è bellicoso e rude e non mi piacciono i suoi commenti grossolani sulle donne. Ma fino al giorno in cui il governo non potrà garantire al 100 per cento di fermare i terroristi islamici, ci dovrebbe essere un divieto", ha affermato.

Sulla stessa linea della cassiera, è il farmacista Willie Lamar. Lui non ha ancora deciso per chi votare, ma il divieto di ingressi per i musulmani e altre idee sulla sicurezza che Trump suggerisce "non sono realmente praticabili". Tuttavia la gente gli da' credito "perché parla di questioni che devono essere affrontate".

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