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Brexit, Osborne: "Uscita da Ue solo con piano". Francia: "Agire in fretta"

27 giugno 2016 | 10.04
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

"La Gran Bretagna è pronta ad affrontare qualunque cosa ci riservi il futuro". Lo ha affermato il ministro delle Finanze britannico George Osborne in conferenza stampa volta a rassicurare i mercati dopo il risultato del referendum sulla Brexit, di cui "rispetterò il risultato".

"L'uscita dall'Ue non è quello che volevo o per cui ho fatto campagna, ma ora la democrazia ha parlato e dobbiamo agire sulla base del risultato. L'economia dovrà adeguarsi", ha aggiunto Osborne, assicurando che la Gran Bretagna è "attrezzata" per le nuove sfide. Ammettendo che nei prossimi giorni "non ci sarà una navigazione tranquilla", il cancelliere allo Scacchiere ha detto che ci sono tre sfide: la volatilità, l'incertezza e la relazione commerciale a lungo termine con i vicini europei. Per quanto riguarda il primo punto "sono già stati messi in atto piani di emergenza" e la Gran Bretagna ha un "robusto quadro di misure contingenti" per fronteggiare gli effetti della Brexit. Per la seconda sfida "dovremmo avviare il negoziato per l'uscita dall'Ue solo quando avremo un piano. Alcune aziende hanno interrotto le proprie decisioni su investimenti e assunzioni. Il ritardo nel ricorso all'articolo 50 aiuterà. L'economia britannica è fondamentalmente forte, siamo altamente competitivi e siamo aperti alle imprese", ha detto Osborne, che sul terzo punto ha affermato di essere "completamente concentrato a portare stabilità e certezza. Si parte da una posizione di forza conquistata a fatica". Per quanto riguarda il suo ruolo nel governo, Osborne a chi gli chiedeva se si dimetterà, ha risposto che "la Gran Bretagna è il mio Paese e manterrò gli impegni connessi ai miei doveri".

''Non voglio che il Regno Unito volti le spalle all'Europa e al resto del mondo - ha inoltre sottolineato - Dobbiamo portare unità e condannare l'odio e la divisione ovunque li vediamo. La Gran Bretagna è un paese aperto e tollerante e mi batterò con tutto ciò che abbiamo per tenerlo così". E ha assicurato che "la Gran Bretagna è in grado di concordare un rapporto economico a lungo termine con il resto dell'Europa" e che intende svolgere un "ruolo attivo" nel dibattito su come mettere in atto i "forti legami economici possibili con i nostri vicini europei".

Francia: "Gb ha preso decisione, ora chiarezza e agire in fretta" - Il Regno Unito "ha preso una decisione" e ora "bisogna agire in fretta e con forza" verso il Brexit. Ad affermarlo, ai microfoni della tv d'oltralpe 'France 2', è il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin. "Non c'è nessuna differenza tra Francia e Germania. Il Regno Unito deve andare in fretta", sottolinea Sapin. "La decisione dell'uscita dell'Ue da parte del Regno Unito è stata presa in modo democratico. Va rispettata sia dal Regno Unito che da parte dell'Ue". "E' impossibile" che Londra ora possa avere gli stessi vantaggi di quando era membro dell'Ue. "Quando un paese esce dall'Ue diventa un Paese terzo. Non un nemico, resta un Paese amico. Ma tratteremo con il Regno Unito come trattiamo con la Svizzera. Il Regno Unito conosceva le conseguenze del Brexit". In questo momento, sottolinea Sapin, "abbiamo bisogno di chiarezza. E ora bisogna agire velocemente e con forza. Non solo a parole".

"Dobbiamo elaborare una risposta europea - prosegue - Non sarà francese ma una riposta italiana, tedesca e francese e quindi europea". "Dobbiamo costruire non distruggere. I britannici hanno distrutto senza avere i mezzi per costruire, noi dobbiamo costruire", rileva Sapin. "Non sono preoccupato. Siamo di fronte a un evento storico e dobbiamo reagire e agire. Siamo nell'azione non nella preoccupazione", sottolinea il ministro francese spiegando che l'anno prossimo si vota in Francia e in Germania e che quindi "non possiamo aspettare. L'Ue non può attendere". Sapin non sembra preoccupato per le eventuali ripercussioni del Brexit sull'economia francese. "Possiamo controllare lo shock" relativo al Brexit: "I motori della crescita sono motori interni. I consumi e gli investimenti delle azienda. Non c'è alcuna ragione perché si debba registrare una frenata".

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