Un veterano di guerra inglese che vive in Italia ha annunciato un ricorso contro la Brexit al Consiglio per i diritti umani dell'Onu. "Sono stati violati i diritti dei 700mila cittadini britannici" che vivono all'estero e sono stati esclusi dal voto, ha spiegato il 94enne Harry Shindler all'Adnkronos. Il risultato del referendum "è un disastro. E' triste che la mia generazione abbia votato per uscire. Abbiamo combattuto e sofferto, ma poi l'Ue ha garantito 70 anni di pace. Per me l'Europa non è burocrazia, è 70 anni di pace. Gli anziani che hanno votato per uscire si devono vergognare davanti ai nipoti", ha commentato il veterano, che da ragazzo sbarcò con gli alleati ad Anzio.
Shindler è già stato protagonista, assieme all'avvocato Jacquelyn MacLennan che vive in Belgio, di un ricorso davanti all'Alta corte britannica per chiedere di ammettere a votare al referendum sulla Brexit anche chi ne era escluso perchè risiede all'estero da oltre 15 anni. Il ricorso, arrivato fino alla Corte Suprema, è stato bocciato.
Ora Shindler ci riprova davanti al Consiglio diritti umani dell'Onu, che a sede a Ginevra. La sua tesi è che sono stati violati i diritti di 700mila cittadini britannici all'estero ai quali è stato impedito votare su una questione che li riguarda da vicino. Per questo chiede che il referendum sia dichiarato nullo e venga ripetuto estendendo il diritto di voti anche ai britannici residenti all'estero.
La richiesta all'Onu, che Shindler sta preparando, si basa su diversi articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo: diritto alla cittadinanza (art 15) e diritto di partecipare al governo del proprio paese esprimendo la propria volontà attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale (art 21).
Venuto a vivere in Italia 35 anni fa, Shindler si dedica da tempo a preservare la memoria storica dei veterani di guerra britannici in Italia. Fu lui a ricostruire le circostanze della morte del padre del musicista dei Pink Floyd Roger Waters, sbarcato ad Anzio. Decorato per questa sua attività nel 2014 dalla regina Elisabetta, figura al 32esimo posto nella lista dei 50 britannici più influenti dell'anno stilata a gennaio dal Daily Telegraph.
