Le indagini iniziali provano che l'agente che ha sparato e ucciso un afroamericano a Milwaukee, incidente a seguito del quale in città sono scoppiati violenti disordini, era giustificato. Donald Trump torna a difendere l'operato della polizia, da tempo sotto accusa per i troppi incidenti in cui vengono uccisi afroamericani, e lo fa dalla città del Wisconsin teatro dell'ultimo episodio.
"Dobbiamo obbedire alle leggi, altrimenti non abbiamo un Paese - ha detto il candidato repubblicano alla Casa Bianca, che a Milwaukee ha visitato la sede della polizia - Noi abbiamo una situazione in cui gente perbene cerca di riportare le persone alla calma e loro non si calmano, la nostra polizia sta facendo un lavoro fenomenale".
Poi, entrando nello specifico dell'uccisione di sabato scorso del 24enne Sylville Smith, Trump ha commentato: "Una pistola era stata puntata contro la testa del poliziotto, presumibilmente pronta a sparare. Chi può avere un problema con questo? Questa è la storia, forse non è vera; ma se è vera, la gente non può scendere in strada in rivolta".
E ancora, secondo il magnate, "la guerra alla polizia è una guerra a tutti i cittadini pacifici che vogliono poter lavorare, vivere e mandare i loro figli a scuola in sicurezza. Il nostro compito non è quello di rendere più comoda la vita dei rivoltosi o dei rapinatori o dei saccheggiatori o dei violenti, che sono molti".
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