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Filippine, Duterte: "Obama può andare all'inferno e l'Ue in purgatorio"

04 ottobre 2016 | 18.29
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Rodrigo Duterte (Afp)
Rodrigo Duterte (Afp)

Il presidente americano Barack Obama "può andare all'inferno". Con queste parole, in un discorso a Manila, il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte torna ad attaccare il capo della Casa Bianca, reo di aver criticato la sua controversa guerra agli spacciatori di droga che ha causato tremila morti. Duterte non ha neanche risparmiato l'Unione Europea, che a suo avviso "dovrebbe scegliere il purgatorio, perché l'inferno è già pieno". Se gli americani non ci vendono le armi, ha aggiunto, "andremo in Russia. Manderò i generali in Russia e la Russia ci dirà: non vi preoccupate, abbiamo tutto quello che ci serve, ve lo daremo. Quanto alla Cina, ci dicono: venite e firmate, vi verrà consegnato tutto".

Non è la prima volta che Duterte attacca Obama. Ai primi di settembre lo aveva chiamato "figlio di p...", provocando la cancellazione di un incontro bilaterale fra i due leader che era previsto pochi giorni dopo a margine del vertice Asean. Insediatosi a luglio, il 'giustiziere' Duterte ha avviato una guerra alla droga che si è tradotta in un'ondata di uccisioni extragiudiziali, con almeno 3mila morti.

Al momento non è chiaro fino a che punto le frasi colorite di Duterte segnalino un cambiamento radicale di alleanze per il suo paese. Ex colonia americana, le Filippine hanno avuto per decenni stretti legami militari con gli Stati Uniti, che erano stati recentemente rafforzati in seguito alla contesa territoriale con Pechino nel mar della Cina meridionale. Ma negli ultimi giorni Duterte ha moltiplicato i discorsi in cui denuncia gli accordi militari con Washington e apre a Russia e Cina.

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