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Clinton attaccata ancora da Wikileaks, Trump ad un comizio: "Li amo"

11 ottobre 2016 | 09.37
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Julian Assange, fondatore di WikiLeaks (AFP PHOTO)
Julian Assange, fondatore di WikiLeaks (AFP PHOTO)

"Io amo Wikileaks". Di fronte ai tanti che continuano a voltargli le spalle, Donald Trump vede invece in Julian Assange un inaspettato alleato di ferro dopo che il suo sito ieri è tornato all'attacco di Hillary Clinton con un nuovo gruppo di email imbarazzanti. "E' straordinario come niente sia segreto oggi quando parli su Internet", ha detto il repubblicano in un comizio in Pennsylvania mentre i suoi fan scandivano lo slogan "lock her up" ('mettetela in prigione'), come del resto lo stesso candidato ha promesso che farà se eletto presidente.

"In un discorso a porte chiuse 'Hillary l'imbrogliona' ha detto che 'il terrorismo non è una grande minaccia per la nostra nazione'", ha sottolineato il repubblicano, leggendo brani dei documenti pubblicati da Wikileaks venerdì scorso, proprio mentre imperversava la bufera provocata dalla pubblicazione del video con le frasi sessiste di Trump.

Una concomitanza che ha praticamente annullato un eventuale effetto dei documenti di Wikileaks, che sarebbero le mail che Clinton ha distrutto, sulla campagna della democratica. Questo non ha impedito a Trump - che gli ultimi sondaggi danno indietro di 11 punti rispetto a Clinton - di insistere sulla vicenda delle mail al dibattito e nei comizi successivi, affermando che l'ex segretario di Stato "dovrebbe essere in prigione" per la loro distruzione.

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