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Cina: libero dopo 27 anni l'ultimo prigioniero per piazza Tiananmen

14 ottobre 2016 | 21.33
LETTURA: 2 minuti

(immagine di repertorio - Afp) - AFP
(immagine di repertorio - Afp) - AFP

Non era stato uno dei leader di Piazza Tiananmen, ma Miao Deshun, allora giovane operaio di Pechino, fu condannato a morte per aver scagliato un cesto contro un tank in fiamme durante la sanguinosa repressione delle proteste il 4 giugno 1989. La sua condanna fu poi commutata in ergastolo ed ora, dopo 27 anni di carcere, Miao, rimasto l'unico prigioniero ancora in carcere per i fatti di Tiananmen, domani sarà scarcerato.

Ma dopo aver trascorso più della metà della sua vita in carcere, per molti anni senza avere nessun contatto con il mondo esterno, Miao, che ora ha 51 anni, torna libero malato nel fisico e nella mente, denuncia la Dui Hua Foundation, un gruppo di San Francisco che si batte per i diritti dei prigionieri politici in Cina.

Affetto da Epatite B, malato di schizofrenia, Miao da oltre 10 anni non riceve la visita dei familiari, pare per sua espressa richiesta, riporta ancora la Foundation.

Altri ex prigionieri liberati prima di lui lo ricordano come un uomo molto magro, che non ha mai accettato di fare autocritica, ammettendo di aver commesso qualcosa di male. E che per questo è stato torturato e sottoposto a lunghi periodi di isolamento.

Wu Wenjian, un dissidente e pittore che è stato in prigione con Miao Deshun in Pechino dal 1990 e il 1994, ha detto che il "persistente" rifiuto di ammettere che abbia commesso un crimine, di partecipare ai lavori forzati o firmare lettere di pentimento, sono all'origine del fatto che è rimasto in prigione così a lungo. "A quel tempo, chi aveva la commutazione della pensa di morte, fingeva di accettare come giusta la condanna, la rieducazione - spiega Wu - ma lui non lo ha fatto".

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