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Usa, repubblicani minacciano impeachment in caso di vittoria Clinton

04 novembre 2016 | 14.43
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Nessuna 'luna di miele' in vista per Hillary Clinton in caso di vittoria elettorale. I repubblicani non hanno nessuna intenzione di abbassare i toni della polemica politica e già parlano apertamente di impeachment, lasciando intendere che alla neo presidente Clinton non verrebbe accordato quel periodo di riguardo istituzionale, solitamente riservato ai nuovi inquilini della Casa Bianca.

I bersagli dei repubblicani sono gli stessi agitati durante la campagna elettorale da Trump, che ha ribattezzato la sua rivale "Hillary la disonesta". Nel mirino ci sono la condotta della Clinton come segretario di Stato, l'emailgate e il ruolo della Fondazione Clinton. "E' mia opinione che la Fondazione Clinton rappresenti potenzialmente uno dei maggiori esempi di corruzione politica nella storia americana", ha detto al Washington Post il deputato repubblicano dell'Arizona Trent Franks, che presiede la sottocommissione per gli affari costituzionali e la giustizia civile della Camera dei Rappresentanti.

Un altro deputato repubblicano del Texas, Michael McCaul, a capo della commissione per la sicurezza interna della Camera, ha assicurato in un'intervista a Fox News che l'inchiesta sull'emailgate "continuerà, sia che la Clinton vinca o perda". Altri esponenti di rilievo repubblicani, come il deputato dell'Utah Jason Chaffetz, a capo della commissione per le riforme, considerano un'eventuale Amministrazione Clinton come un "boccone ghiotto" in termini di inchieste.

La prospettiva dell'impeachment, se i repubblicani dovessero mantenere il controllo della Camera dei rappresentanti, si fa concreta per la Clinton. I deputati del Gop avrebbero i numeri per avviare il procedimento. Ma c'è anche chi, tra le fila repubblicane, getta acqua sul fuoco, come deputato del Wisconsin James Sensenbrenner, che pure ebbe un ruolo di primo piano nella procedura di impeachment per Bill Clinton nel 1998. Le voci su un possibile impeachment della Clinton, ha detto, sono solo "congetture". Per Sensenbrenner, in caso di messa in accusa della neo presidente, si aprirebbe una "crisi costituzionale" e gli Stati Uniti "non hanno bisogno di un altro Watergate".

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