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Omicidio Kim Jong-nam, "a ucciderlo non è stato attacco cardiaco o puntura di ago"

21 febbraio 2017 | 12.24
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Nella foto Kim Jong-nam (Afp)
Nella foto Kim Jong-nam (Afp)

Resta avvolta dal mistero la morte di Kim Jong-nam, il fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong Un, ucciso lunedì scorso: i primi risultati dell'autopsia escludono l'attacco cardiaco o ferite da ago, ma al momento non forniscono elementi in grado di chiarire le cause della morte. A riferirne sono state le autorità malesi, ancora in attesa - forse fino all'arrivo dato per imminente del figlio della vittima - di un esponente della famiglia che reclami il corpo di Kim e consenta di effettuare il riconoscimento attraverso l'esame del Dna.

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I medici patologi, ha reso noto Noor Hisham Abdullah, direttore generale della Sanità malese, stanno ancora attendendo i risultati dei test di laboratorio per confermare l'identità della vittima e chiarire definitivamente le cause del decesso. "Dobbiamo avere conferme dai risultati di laboratorio prima di poter fare una considerazione conclusiva", ha detto Noor ai reporter, ai quali non ha voluto anticipare quando questo potrà avvenire. Noor Hisham ha quindi negato che una seconda autopsia sia stata condotta sul corpo di Kim, contrariamente a quanto scritto dai media malesi.

Ieri sera era atteso l'arrivo a Kuala Lumpur del figlio di Kim proveniente da Macau. L'arrivo era stato annunciato ai media che sono stati per ore ad attenderlo all'aeroporto, senza poterlo incontrare, forse - scrive il Washington Post - perché fatto passare da un'uscita secondaria.

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