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Ecco come la Cia entrava nei Mac e nelle smart tv

24 marzo 2017 | 10.00
LETTURA: 2 minuti

Ecco come la Cia entrava nei Mac e nelle smart tv

a cura della redazione web

Software malevoli, virus e trojans. Si tratta di un vero e proprio arsenale informatico quello usato dalla Cia per penetrare computer, telefoni e dispositivi della Apple e reso pubblico da Wikileaks. Poche settimane dopo la pubblicazione di 'Year Zero' (Anno Zero), il sito fondato da Julian Assange ha rilasciato la seconda parte di 'Vault 7', denominata 'Dark Matter', contenente una lunga serie di documenti su come la Central Intelligence Agency è in grado di hackerare, controllare a distanza e spiare smartphone, computer, 'smart tv' e dispositivi elettronici di ogni tipo.

Nello specifico, questi documenti spiegano le tecniche usate da Langley per istallare i vari malware superando anche i livelli di sicurezza più elevati. Tra questi c'è 'Sonic Screwdriver' (il cacciavite sonico), un software malevolo che, come spiega l'Agenzia, installato su un'unità esterna tipo una chiavetta Usb, un Dvd o un CD, riesce a superare al momento dell'avvio del computer le 'password firmware' impostate per impedire accessi indesiderati.

I documenti resi pubblici fino ad ora costituiscono solo una piccola parte della mole impressionante di dati sulla Cia che l'organizzazione di Assange sostiene di avere in mano. Una documentazione che ammonta a svariate centinaia di milioni di righe di codici e che consegna al suo possessore "l'intera capacità di hackeraggio della Cia". L'archivio sembra essere circolato in maniera non autorizzata tra ex contractor e hacker assoldati dal governo Usa, uno dei quali ne ha fornito alcune parti a Wikileaks.

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