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Russia, selfie di Navalny dal tribunale: "Un giorno noi giudicheremo loro"

27 marzo 2017 | 12.32
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Alexei Navalny (Selfie da Twitter)
Alexei Navalny (Selfie da Twitter)

Il leader dell'opposizione russa Alexei Navalny è comparso oggi in tribunale, dopo che ieri era stato arrestato insieme ad altre centinaia di persone durante le manifestazioni contro la corruzione. "Verrà il giorno in cui noi giudicheremo loro, ma quel giorno lo faremo in maniera onesta", ha scritto l'attivista in un post su Twitter, corredato da un selfie scattato nell'aula del tribunale regionale di Tver. Se riconosciuto colpevole, potrebbe essere imprigionato per 15 giorni con l'accusa di corteo non autorizzato.

Navalny condannato. Cremlino: "Manifestazioni una provocazione"

Decine di migliaia di manifestanti sono scesi ieri in piazza in tutta la Russia nella più grande manifestazione anti-governativa da 5 anni. La polizia russa parla di circa 500 persone fermate, mentre i gruppi per i diritti umani parlano di oltre 1.000 arresti. L'Unione europea ha chiesto alle autorità russe di rilasciare i manifestanti.

Dopo le manifestazioni, anche nelle regioni più remote, in Siberia, negli Urali e nell'Estremo Oriente russo, "la nostra richiesta di permettermi di candidarmi ha acquistato ancora più autorità", ha poi rivendicato Navalny in una dichiarazione rilasciata, via Facebook, al 'Washington Post' dall'aula di tribunale dove è comparso oggi dopo l'arresto di ieri durante la manifestazione a Mosca. "Le manifestazioni di ieri, soprattutto quelle che si sono svolte nelle regioni più remote, dove non si vedevano dagli anni Ottanta, prima di tutto mostrano come sia completamente artificiale il famoso 84% di popolarità" di Vladimir Putin, ha detto il leader del movimento anticorruzione che lo scorso dicembre ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali del 2018.

"Se migliaia di persone partecipano a manifestazioni non autorizzate in queste regioni allora vuol dire che milioni le sostengono - ha aggiunto - questo conferma che le persone si faranno avanti per votare una persona con le mie posizioni".

Dopo l'arresto di ieri del leader dell'opposizione, fermato insieme ad oltre mille manifestanti, la polizia ha fatto irruzione nell'ufficio della sua Fondazione anticorruzione di Mosca, sequestrando computer ed altro materiale. Lo ha dichiarato sempre al quotidiano americano il portavoce Kira Yarmysh, mentre un avvocato ha detto che sono 13 i dipendenti della Fondazione che sono stati arrestati.

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