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Usa: ambasciatore russo alla Nato, ancora seri ostacoli a dialogo costruttivo

18 aprile 2017 | 19.06
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

Sulla via della cooperazione tra Stati Uniti e Russia ci sono ancora "seri ostacoli", ma, "nonostante tutti i problemi ci sono anche prospettive per una cooperazione". E' quanto dice in un'intervista all'Adnkronos l'ambasciatore russo alla Nato Alexandr Grushko, ad una settimana dal primo incontro a Mosca tra il segretario di Stato americano Rex Tillerson ed il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. "Non mi affretterei a fare previsioni e a tirare conclusioni - premette il diplomatico - Tillerson ha visitato Mosca la scorsa settimana, si è discusso di un'ampia gamma di temi bilaterali ed internazionali".

Ma "noi siamo realisti - avverte Grushko - e vediamo seri ostacoli ad un dialogo costruttivo ed alla cooperazione che abbiamo in parte ereditato dall'amministrazione Obama". Secondo l'ambasciatore, "ci sono forze all'interno degli Stati Uniti che non sono interessate alla normalizzazione" dei rapporti tra Mosca e Washington "e premono per il confronto con la Russia"

Confronto che, ammette, "chiaramente non è negli interessi delle nostre nazioni nel mondo: sappiamo dalla storia che quando Mosca e Washington lavorano insieme, c'è una situazione win-win per tutti".

Comunque, prosegue il rappresentante russo alla Nato, "nonostante tutti i problemi, veri e creati artificialmente, ci sono prospettive per una cooperazione". "C'è un interesse condiviso nella lotta contro il terrorismo internazionale, nella sconfitta contro l'Is e altri gruppi terroristici. Ci sono altre aree in cui azioni congiunte russo-americane potrebbero fare la differenza - sostiene Grushko - Negli ultimi anni, i nostri Paesi hanno guidato gli sforzi internazionali in Siria per aiutare a trovare un compromesso e portare tutti i partecipanti al tavolo del negoziato sotto gli auspici delle Nazioni Unite".

Secondo il diplomatico, "la rimozione delle armi chimiche in Siria e la soluzione del dossier nucleare iraniano sono esempi di una cooperazione fruttuosa nelle aree di comune interesse". "Dovremmo procedere su basi paritarie, di fiducia reciproca, senza agende nascoste - conclude - ciascuno rispettando gli interessi dell'altro e non interferendo negli affari interni dell'altro, come è chiaramente previsto anche nella versione aggiornata della dottrina di politica estera russa".

Parlando del raid aereo americano del 7 aprile scorso in rappresaglia all'attacco chimico di Khan Shaykhun, l'ambasciatore ha ribadito che Mosca lo considera "un atto di aggressione contro uno stato sovrano in violazione del diritto internazionale". "Ovviamente - ha commentato - l'obiettivo era quello di indebolire il processo di pace e ha fatto il gioco, intenzionalmente o meno, dei terroristi e della cosidetta opposizione armata".

"L'Esercito siriano non ha armi chimiche - ha assicurato Grushko - La distruzione di tutti gli arsenali di armi chimiche siriane è stata verificata dall'Opac. Allo stesso tempo, sappiamo che l'utilizzo di armi chimiche da parte dei terroristi è stato ignorato". Ribadito che Mosca "condanna incondizionatamente l'uso di qualsiasi arma chimica" e quanto sia di "vitale importanza" che venga condotta un'indagine "esaustiva ed imparziale nei siti" coinvolti, il rappresentante russo alla Nato ha ricordato che, per quanto riguarda la soluzione politica della crisi, sta "ai siriani decidere il loro futuro senza interferenze esterne". "Ci deve essere un dialogo inclusivo intrasiriano - ha concluso - Speriamo che gli esempi dell'Iraq, della Libia e di altri Paesi servano come un monito a non interferire".

LIBIA - La Russia in Libia "non fa il suo gioco", ma parla con tutte le parti con l'obiettivo di arrivare ad un accordo politico. Mosca "viene accusata di fare il suo gioco e di interferire in Libia - sostiene il diplomatico, in un riferimento all'appoggio russo al generale Khalifa Haftar, 'rivale' del governo di concordia nazIonale del premier Fayez al Serraj - Questo non è vero. Sin dall'inizio della crisi noi ci siamo detti a favore di un dialogo inclusivo che coinvolga tutti i gruppi influenti in Libia, con l'obiettivo di formare un governo unitario, rafforzare l'esercito e rendere le forze di polizia in grado di dare sicurezza e combattere le minacce terroristiche"

L'ambasciatore ricorda come da Mosca siano arrivati numerosi appelli alle parti "ad esercitare moderazione". "Prendere le parti nel conflitto non aiuterà, al contrario è pericoloso incoraggiare Tripoli o Tobruk l'una contro l'altra, tenendo conto della fragile situazione della sicurezza nel Paese. Manteniamo contatti con tutte le parti libiche, con l'obiettivo di aiutarle a trovare un accordo sulle modalità per un futuro accordo politico. Questa politica è pienamente in linea con la risoluzione 2259 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".

NATO - La Russia non rappresenta una minaccia per nessun Paese membro della Nato, quindi se gli alleati aumenteranno le spese per la difesa, come sollecitato da Donald Trump, sarà denaro sprecato. "Abbiamo sentito dure dichiarazioni da Washington sulla necessità di una più equa ripartizione degli oneri tra gli alleati e sull'attuazione delle decisioni del summit in Galles sull'aumento delle spese della difesa fino al 2% del Pil", dice il diplomatico. Che sottolinea: "Oggi, il bilancio militare della Nato rappresenta la metà delle spese totali mondiali. I bilanci militari degli alleati europei e del Canada insieme ammontano a circa 250 miliardi di dollari. Se questi Paesi aumenteranno le loro spese per la difesa fino al 2% del Pil, questo produrrà un surplus di circa 100 miliardi, che è quasi due volte il bilancio militare russo".

Fatti questi calcoli, il rappresentante di Mosca sottolinea quindi come "la questione chiave sia cosa i Paesi della Nato intendono fare con questo budget: se verrà speso per dispiegamenti sul 'fronte orientale' per affrontare una minaccia che non esiste dalla Russia, allora ovviamente sarà denaro buttato, perché è in contrasto con la crescente necessità di una cooperazione per affrontare le sfide transnazionali e le minacce nel mondo di oggi. La Russia non rappresenta una minaccia per nessun membro dell'Alleanza e qualsiasi persona saggia lo capisce".

Tra l'altro, chiosa l'ambasciatore, "bisogna tenere conto di un'altra questione, e cioé che l'aumento delle spese militari avviene a danno di altri settori, in primo luogo quello sociale. Gli europei sono d'accordo nel tagliare la sicurezza sociale a vantaggio della difesa? Si tratta di una questione controversa che provoca un grande disagio nei governi nazionali".

L'ambasciatore commenta poi le impressioni secondo cui l'amministrazione Trump sembra parlare con più voci sulla Russia, sull'Europa e sull'Alleanza. "Io non mi concentrerei troppo sul linguaggio - replica Grushko - Quello che vediamo per ora a Bruxelles è che i funzionari americani portano messaggi coerenti sul sostegno americano alla Nato ed al legame transatlantico. Per quanto riguarda la Russia, naturalmente non possiamo ignorare i sentimenti antirussi che si sono accumulati negli anni nell'elite politica americana e che continuano a gravare sulle nostre relazioni".

UCRAINA - In Ucraina orientale "la situazione resta tesa e fragile", l'ostacolo principale ad una soluzione della crisi resta Kiev, che non rispetta gli impegni, dice Grushko, che denuncia come l'Alleanza usi la crisi ucraina come "un pretesto" per dispiegamenti militari sul fianco orientale, aprendo un confronto che non serve agli interessi della Nato. Perché, afferma, "una solida architettura di sicurezza non si costruisce contro o senza la Russia".

"La violenza ricorrente e gli scontri a fuoco lungo la linea di contatto sono per la maggior parte provocati dalle Forze armate ucraine - denuncia il rappresentante di Mosca a Bruxelles - Le armi pesanti, inclusa l'artiglieria ed i sistemi lanciarazzi multipli, sono usati per bombardare le aree residenziali. E' stato introdotto un blocco economico e dei trasporti nel Donbass con la connivenza di Kiev e con il sostegno di battaglioni di volontari. Come conseguenza la regione è di nuovo sull'orlo del disastro umanitario".

"Il maggiore ostacolo ad una soluzione della crisi è la mancanza di volontà delle autorità di Kiev di onorare gli impegni sulla base degli accordi di Minsk e di avviare un dialogo diretto con Donetsk e Lugansk. La sequenza dei passi da fare è ben nota, Kiev dovrebbe mettere fine alle provocazioni armate nel Donbass, rispettare gli accordi per il cessate il fuoco e quanto previsto dagli accordi di Minsk, anche per quanto riguarda la soluzione politica".

L'ambasciatore parla quindi dei rapporti tra l'Alleanza e Mosca. "Usando la crisi ucraina come un pretesto - dice Grushko - la Nato ha scelto la strada della 'deterrenza' politica e militare nei confronti della Russia, mantenendo al tempo stesso aperti i canali di dialogo politico. Questa politica, approvata ai vertici nel Galles e di Varsavia, assume adesso la forma di dispiegamenti militari ai confini russi. Assistiamo a sostanziali rafforzamenti militari sul fianco est, modernizzazione di infrastrutture, tra cui dei siti missilistici Nato ed americani, intensificata attività militare, esercitazioni e rotazioni su basi permanenti. Questi sforzi hanno drasticamente peggiorato la sicurezza e la stabilità regionali".

"Dai tempi della Guerra fredda - conclude il diplomatico - sappiamo che la politica del confronto genera pianificazione militare, che a sua volta genera ostilità. Gli investimenti nei dispiegamenti e nelle infrastrutture richiederanno una giustificazione ideologica e politica. E sarà difficile rompere questo circolo vizioso. E' nel nostro comune interesse prevenire un'escalation militare. Le richieste di una riduzione del conflitto, dei rischi, di maggiore trasparenza nelle attività militari sono pienamente legittime. Ma io le rivolgerei non alla Russia, piuttosto ai Paesi della Nato che aumentano i rischi per la sicurezza con le loro decisioni e azioni. La questione è se i membri dell'Alleanza credono seriamente che un confronto di lungo periodo con la Russia serva agli interessi della Nato e aiuti a giustificare le sue ambizioni globali e l'aumento delle spese per la difesa. Sta alla Nato decidere, ma una solida architettura di sicurezza non può essere costruita contro o senza la Russia".

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