Il clima di esasperazione creato dal grave problema della siccità e la violenza legata alle prossime elezioni politiche, che si svolgeranno in Kenya ad agosto. E' questo lo scenario che, a giudizio di padre Alex Zanotelli, missionario comboniano che ha vissuto per anni nel Paese africano, fa da sfondo all'aggressione di cui è stata vittima Kuki Gallmann, attivista e scrittrice di origini italiane.
"Non la conosco, io ho vissuto sempre nella baraccopoli di Nairobi, non volevo andare a vedere i tanti posti belli che ci sono in Kenya - premette il religioso, interpellato dall'Adnkronos -. Certamente esiste il problema di una donna in una zona come Masai Mara, con una grossa realtà come il suo ranch di 400 chilometri quadrati, che fa gola a chi sta lì intorno e ha un sacco di problemi".
"Un aspetto importante da ricordare è che in Kenya ad agosto ci saranno le elezioni, il che comporta un rigurgito di violenza straordinario - sottolinea padre Zanotelli -. Poi c'è il problema gravissimo della siccità: sono 24 milioni, secondo le ultime stime, le persone nell'Africa orientale che ne soffrono. Questo crea esasperazione: vedere una persona che ha tanto, anche se ha fatto tanto per il Kenya, può purtroppo suscitare questo tipo di reazioni".