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14 luglio

Un anno fa la strage di Nizza, 'Paris Match' pubblica foto inedite

14 luglio 2017 | 16.58
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

A un anno esatto dall'attentato terroristico di Nizza, dove rimasero uccise 86 persone, il settimanale francese 'Paris Match' pubblica alcune foto inedite, scatenando la rabbia dei parenti delle vittime. Immagini immortalate dalle telecamere di videosorveglianza della città francese riguardanti la strage del 14 luglio 2016, quando un tir piombò a tutta velocità sulla folla lungo la Promenade des Anglais al termine dei fuochi d'artificio per i festeggiamenti in onore della presa della Bastiglia.

Il camion percorse un tratto di 2 km, a zig zag, alla velocità di 80 km/h. L'attentatore - il 31enne tunisino residente a Nizza Mohamed Lahouaiej Bouhlel - riuscì ad accedere con il suo tir sul lungomare pedonale. Fu fermato nella sua folle corsa dagli agenti di polizia, che esplosero colpi d'arma da fuoco contro la cabina di guida. L'attacco - in cui persero la vita 86 persone, fra le quali 6 italiani, e vennero ferite quasi 450 - fu rivendicato dall'Isis due giorni dopo tramite un comunicato della agenzia Amaq.

Ora il reportage di 'Paris Match' mostra nuovi particolari di quella tragica serata, suscitando qualche polemica. La procura di Parigi ha aperto un'inchiesta per violazione del segreto istruttorio, chiedendo al tribunale di ordinare il ritiro urgente dalle edicole dell'ultimo numero del settimanale in quanto contenente foto ritenute offensive per le vittime e i loro famigliari. Il tribunale ha respinto l'istanza, stabilendo che il magazine francese potrà rimanere in edicola ma non potrà pubblicare ulteriori foto dell'attentato, nello specifico due immagini che "ledono la dignità umana".

Contro la pubblicazione del reportage si erano schierati il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, e due associazioni di vittime della strage mentre diverse edicole della città avevano annunciato il boicottaggio delle vendite. 'Paris Match' ha invece difeso "il diritto dei cittadini ad essere informati e a conoscere la verità". Secondo il direttore del settimanale, Olivier Royant, le immagini sono "vedute da lontano, in campo lungo, senza identificazione possibile delle vittime" e vengono pubblicate per "una maggiore comprensione degli eventi".


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