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La sentenza

Corte Ue: "Il sesso conta anche dopo i 50 anni"

27 luglio 2017 | 09.44
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Il sesso dopo i 50 anni è ancora importante. A stabilirlo è una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'uomo, arrivata dopo che un tribunale portoghese avevano ridotto il compenso per danni fisici e psicologici a una donna, in età avanzata, che non può più avere rapporti sessuali a causa di un'operazione andata male. La 72enne, Maria Morais, ritenendo ingiusta la decisione, ha portato il caso dinnanzi alla Corte di Strasburgo, che si è poi pronunciata in suo favore. L'intervento, che la donna ha affrontato nel 1995, è avvenuto ad "un'età in cui il sesso non è importante quanto negli anni della gioventù", secondo i giudici che nel 2014 hanno emesso la prima sentenza, generando accuse di sessismo e discriminazione sull'età.

"L'assunzione che la sessualità non sia altrettanto importante per una donna di 50 anni madre di due bambini quanto per qualcuno di più giovane - si legge nella sentenza - riflette la tradizionale idea della sessualità femminile come necessariamente legata alla procreazione e quindi ignora la sua rilevanza fisica e psicologica nell'autorealizzazione delle donne come persone".

L'avvocato di Morais, Vìtor Ribeiro, ha apprezzato la decisione, "E' il riconoscimento internazionale di un'ingiustizia personale", ha detto in un'intervista telefonica, aggiungendo che Maria è "una donna molto debole fisicamente, e sente che l'ingiustizia che ha subito in Portogallo sia stata attenuata."

La signora Morais aveva quasi 50 anni quando le venne diagnosticata una dolorosa infezione vaginale, la bartolinite, e si operò presso il dipartimento di ginecologia del Central Lisbon Hospital. L'operazione però ha lasciato la donna con forti dolori, depressione e problemi di incontinenza, tanto da impedirle spesso di sedersi, camminare e, appunto, avere rapporti sessuali. La donna ha così sporto denuncia e, nell'ottobre del 2013, un tribunale ha ordinato all'ospedale di versarle 80mila euro per danni fisici e mentali. L'anno successivo il tribunale amministrativo del Portogallo ha ridotto il compenso di un terzo perché, "la donna doveva solo prendersi cura di suo marito", dato che i figli erano cresciuti. Da qui il ricorso alla Corte di Straburgo.

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