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Studente modello e killer spietato: chi era Younes

22 agosto 2017 | 07.17
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La polizia spagnola in strada dopo l'uccisione di Younes (Afp) e, in alto, la foto segnaletica diffusa dai Mossos - AFP
La polizia spagnola in strada dopo l'uccisione di Younes (Afp) e, in alto, la foto segnaletica diffusa dai Mossos - AFP

di Federica Mochi

Sorride nella foto segnaletica diffusa dalla polizia spagnola. Così come deve aver sorriso mentre si lanciava a tutta velocità contro i pedoni della Rambla, al volante del furgone con il quale giovedì ha falciato centinaia di persone, uccidendone 13. Lo stesso ghigno, l'ultimo probabilmente, prima di essere freddato dalla polizia dopo 4 giorni di latitanza. E' finita così la fuga di Younes Abouyaaqoub, il killer marocchino ex ricercato numero uno d'Europa, autore materiale della strage che ha messo in ginocchio la Catalogna.

Non aveva passato il confine come si sospettava, ma si nascondeva ancora in Spagna, sotto il naso degli inquirenti, tra le vie anonime di Subirats, cittadina a circa 50 km da Barcellona. Freddo, ambizioso e spietato a soli 22 anni Younes è stato capace di trasformarsi in un killer lucido, inafferrabile e scaltro. Sicuramente imprevedibile, il tassello mancante di un puzzle che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso. Del resto, quella di Younes ha tutti contorni di una parabola discendente. Era era uno studente modello, il ragazzo timido, con il pallino del calcio e delle auto veloci. Nato il primo gennaio 1995 a Mrirt, città marocchina alle porte di Rabat, era arrivato in Spagna all'età di quattro anni, e a Ripoll aveva trascorso tutta la sua vita, intervallata da alcuni viaggi in Marocco. Aveva quattro fratelli, uno dei quali, Houssaine, componente della cellula spagnola, è stato ucciso a Cambrils.

Younes era un ragazzo sveglio, intelligente, uno studente esemplare, tra i migliori della classe. Così lo descrivono gli amici d'infanzia, quattro giovani che sulle colonne di 'El Pais' hanno raccontato la storia di quello che fino a qualche settimana fa consideravano il loro migliore amico. Ancora non si capacitano, del resto, della trasformazione subita dal loro compagno, l'ex studente timido diventato l'ultima primula rossa della Jihad. Quando aveva deciso di radicalizzarsi, votandosi alla religione del terrore, Younes era diventando un estraneo. Viveva a Santa Magdalena, dove risiede anche la madre, Ghanno Gaanimi, una donna che il quotidiano iberico definisce "a pezzi", come l'hanno descritta anche i parenti. "Non dorme più, non fa che piangere" raccontano i familiari. Ghanno era apparsa venerdì scorso a Placa Grand, la piazza di Ripoll, implorando suo figlio di arrendersi. Un appello disperato, rimasto tuttavia inascoltato dal fuggitivo.

Younes si era fatto le ossa nella scuola pubblica Joan Maragall, nel centro di Ripoll per poi completare gli studi all'Istituto Abat Oliba, conseguendo il diploma in elettromeccanica. Aveva voti eccellenti, ricordano suoi amici. Era il genere di studente che qualunque genitore consiglierebbe al proprio figlio di frequentare. Un ragazzo "calmo, piuttosto tranquillo, un po' timido – raccontano ancora i suoi compagni – che non aveva problemi, a differenza di noi (…) E adesso guardate" come è finita. Younes aveva lavorato per mesi presso un'azienda che si occupa di saldatura e manutenzione alla periferia di Ripoll. "Era quello che guadagnava di più tra noi", dicono gli amici. Il pallone e le quattro ruote erano le passioni che animavano le sue giornate.

"Ha avuto una Seat Ibiza, una Bmw, e una Citroen C5" raccontano ancora i suoi amici e giocava per la squadra giovanile della sua città, il Ripoll CF. "Abbiamo anche giocato nel fango, per le strade di Barcellona”, commentano ancora i quattro amici, che raccontano di averlo visto l'ultima volta due settimane fa: "Era molto intelligente, un ragazzo in gamba, devono avergli fatto il lavaggio del cervello. Non vogliamo immaginare come si senta ora la sua famiglia”. E in effetti non è difficile capire lo stato d'animo dei parenti di Younes, convinti che il giovane si sia radicalizzato in Spagna. Ne sono certi Aqbouch Abouyaaqoub e Hychami Charifa, i nonni 80enni del terrorista: "Younes non si è radicalizzato in Marocco, ma in Spagna - hanno spiegato a 'El Pais' - Quando si è trasferito a Ripoll con i genitori era solo un bambino".

Sono molti infatti a essere convinti che dietro alla trasformazione di Younes ci sia lo zampino di Abdelbaki El Satty, l'imam additato da molti come la mente della strage di Barcellona. L'abile burattinaio, l'indottrinatore carismatico capace di plasmare le mente della cellula del terrore e morto nell’esplosione provocata per errore dagli stessi jihadisti nel loro covo di Alcanar. Mentre le indagini rimangono aperte il cerchio sembra essersi definitivamente chiuso. Prima di Younes, cinque terroristi erano stati uccisi a Cambrils all'alba di venerdì, quattro persone sono in manette e due sono morte nel covo di Alcanar. Il commando di Ripoll, composto da 12 persone, è stato finalmente smantellato.

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