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"Sciacalli e disperazione", il racconto da Città del Messico

20 settembre 2017 | 10.38
LETTURA: 3 minuti

(Afp)
(Afp)

di Marta Repetto

Centinaia di cittadini mobilitati e organizzati per dare aiuto a chi ne ha più bisogno, fra medicinali da portare o un tetto da offrire a chi è rimasto senza casa: "Città del Messico è tutta in strada, la risposta della gente al terremoto è stata straordinaria". A raccontare all'AdnKronos la situazione nella capitale all'indomani del sisma di magnitudo 7.1 che ha colpito il Paese è Federico Mastrogiovanni, giornalista italiano da anni residente in Messico.

"La scossa è stata fortissima e l'epicentro molto vicino alla mia zona, Bosques, che per fortuna non ha subito danni. Ma a cinque isolati da qui è crollato tutto e la situazione è terribile", spiega Mastrogiovanni, che aggiunge: "Ogni anno, il 19 settembre, si celebra il 'simulacro' in ricordo delle vittime del sisma del 1985 con esercitazioni anti terremoto nelle scuole e negli edifici pubblici. La scossa è avvenuta nello stesso giorno, una coincidenza folle".

Fra i palazzi crollati, spiega ancora il giornalista, ci sarebbero anche nuove costruzioni: "Dal 1985 sono cambiate le norme anti sismiche per la costruzione degli edifici, ma non tutti le hanno rispettate e questo è il risultato. Paradossalmente invece, oltre alle costruzioni più recenti e a norma, sono rimasti in piedi palazzi edificati prima degli anni Settanta, gli stessi che hanno retto al disastro 32 anni fa".

"I soccorsi? Sono arrivati in ritardo - racconta -, ma in compenso c'è stata una mobilitazione incredibile della popolazione, che sa organizzarsi perché qui tutti sanno perfettamente cosa significa un terremoto. Per fare un esempio, solo all'Unam, l'Università nazionale autonoma del Messico, questa notte sono state formate 90 brigate composte da 20 cittadini l'una per razionalizzare i soccorsi. C'è chi consegna medicine, chi cibo, chi coperte e tutto senza intralciare il lavoro della Protezione civile che scava alla ricerca di superstiti e vittime". Ma come si organizza una 'macchina dei soccorsi parallela' e tanto funzionante? "Soprattutto attraverso le reti sociali, utilissime in casi come questi: da Google, dove è stata caricata una mappa degli edifici crollati, ai social, dove è possibile offrire rapidamente un riparo, posti letto o un pasto ai terremotati, questi strumenti - afferma - sono fondamentali".

Ma alla gara di solidarietà fra i cittadini si affianca anche l'altra faccia della medaglia. Che ha il volto odioso dello sciacallaggio: "C'è chi si finge della Protezione civile per poi svaligiare le case e chi - racconta ancora - assalta letteralmente le macchine bloccate nel traffico, come è successo nel distretto di Santa Fe, una zona piena di aziende e uffici dove gli automobilisti fermi sulle strade dopo il terremoto sono stati bloccati e rapinati da gente armata. Succede anche questo, ma si tratta di episodi che non sminuiscono di certo la risposta all'emergenza della società civile, che è stata - conclude il giornalista - eccezionale".

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