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Russiagate, ai domiciliari l'ex capo campagna Trump

30 ottobre 2017 | 13.58
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Sono rispettivamente da dieci e cinque milioni di dollari le cauzioni, fissate per Paul Manafort e Rick Gates, incriminati oggi nell'ambito dell'inchiesta sul Russiagate e per i quali sono stati disposti gli arresti domiciliari. Lo riferiscono i media americani.

Sono 12 i capi di imputazione contro Manafort, compreso quello di cospirazione contro gli Stati Uniti ha riferito l'ufficio del procuratore speciale, Bob Mueller, che ha anche fornito una copia, con diversi omissis, dell'atto di incriminazione dell'ex manager della campagna di Trump e del suo ex socio Rick Gates, che lo scorso aprile è stato rimosso dalla guida del gruppo pro Trump America First Policies. Accuse definite ridicole dall'avvocato di Paul Manafort che sostiene non ci sia "alcuna prova di collusione con i russi". "Penso che tutti oggi si sono resi conto che quello che Donald Trump ha detto è corretto, non vi è alcuna prova che Manafort ha agito in collusione con il governo russo," ha detto l'avvocato Kevin Downing ai giornalisti fuori dal tribunale.

Dal documento emerge che i due sono stati incriminati per riciclaggio, per aver operato come lobbisti di Paesi stranieri senza essere registrati, per aver ingannato il governo riguardo alla natura della loro attività di lobbying in favore di Paesi stranieri e per aver rilasciato false dichiarazioni. Poi ci sono sette capi di imputazione per non aver presentato i documenti appropriati relativi a conti finanziari all'estero.

L'ufficio di Mueller ha rilasciato i documenti dopo che Manafort e Gates si sono consegnati all'Fbi.

Finito da subito nel mirino degli investigatori di Mueller per i suoi sospetti contratti di consulenza con l'ex presidente filorusso ucraino Viktor Yanukovych, l'ex manager della campagna di Trump ha in precedenza negato ogni irregolarità nei pagamenti ricevuti da Kiev, o nei conti aperti in paradisi fiscali off shore e nelle diverse transazioni immobiliari, che hanno anche attirato l'attenzione dell'Fbi.

A compromettere la sua posizione sarebbero stati i documenti emersi da un libro paga segreto del Partito delle Regioni che provano come la società di consulenze di Manafort ha ricevuto oltre 12 milioni dal partito filorusso tra il 2012 e il 2014.

Un segnale del fatto che l'attenzione degli inquirenti si stava concentrando intorno a Manafort era arrivato lo scorso 26 luglio quando, all'indomani quindi della sua deposizione, a porte chiuse, di fronte alla commissione intelligence del Senato, agenti dell'Fbi avevano condotto un plateale blitz all'alba nella sua casa di Alexandria per sequestrare documenti e altro materiale.

Questo sviluppo segna una svolta netta nell'inchiesta di Mueller, dal momento che per la prima volta finiscono agli arresti due ex membri della squadra elettorale di Trump. Un portavoce della Casa Bianca ha detto che l'amministrazione Trump "potrebbe non avere nulla da commentare" riguardo a queste incriminazioni. Oltre alle interferenze russe con le elezioni, e le possibili collusioni con il governo russo da parte della campagna elettorale di Trump, Mueller ha anche il compito di indagare su possibili azioni condotte dall'amministrazione per intralciare il corso della giustizia, in particolare riguardo al licenziamento del direttore dell'Fbi James Comey.

Donald Trump ribadisce che "non c'è stata collusione" fra la sua campagna e la Russia, dopo la formalizzazione delle prime accuse da parte dello 'special counsel' che indaga sul Russiagate, Robert Mueller. "Mi dispiace ma sono cose relative ad anni fa, prima che Paul Manafort facesse parte della campagna di Trump", ha scritto il presidente americano.

"Non siamo preoccupati". Le accuse contro Paul Manafort e Rick Gates sono "gravi" ma non riguardano la campagna elettorale di Donald Trump. Lo ha affermato alla Cnn Jay Sekulow, avvocato del presidente americano, commentando gli sviluppi del Russiagate. "Non credo che qualcuno sia sorpreso delle accuse siano arrivate oggi. Le aspettavamo da mesi", ha aggiunto il legale, ribadendo di essere "completamente convinto" che non c'è nessuna collusione e nessuna ostruzione. "Trump non interferirà" con l'indagine del Procuratore Speciale Robert Mueller. Quanto a George Papadopolous, ex collaboratore volontario della campagna di Trump, il legale ha sottolineato che nel suo caso "il reato è stato quello di aver mentito sui tempi" delle sue conversazioni con i contatti russi, piuttosto che sulle conversazioni stesse.

Intanto un altro consulente della campagna presidenziale di Donald Trump, George Papadopoulos, ha ammesso di avere mentito all'Fbi riguardo ai suoi contatti con la Russia. In particolare l'ex consigliere per la politica estera ha incontrato un professore con legami con il governo russo per avere informazioni che avrebbero potuto danneggiare la rivale democratico Hillary Clinton di Trump. Papadopoulos si è quindi dichiarato colpevole per aver reso false dichiarazioni e di aver omesso del materiale durante un interrogatorio con gli agenti dell'FBI avvenuti nel mese di gennaio nell'ambito delle indagini sul Russiagate del procuratore speciale Robert Mueller. Papadopolous ha mentito all'Fbi "sui tempi, l'estensione e la natura dei suoi rapporti e della sua interazione con certi stranieri che aveva capito avere strette connessioni con alti dirigenti del governo russo", si legge negli atti giudiziari.

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