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"Facebook passò dati su 57 mld di amicizie"

22 marzo 2018 | 19.28
LETTURA: 5 minuti

(Afp)
(Afp)

Facebook ha sospeso nel 2015 il ricercatore Aleksandr Kogan, 'reo' di aver acquisito in maniera impropria i dati di oltre 50 milioni di utenti con un'app. Eppure, afferma The Guardian, nel 2011 il social network di Mark Zuckerberg ha fornito allo studioso dati aggregati su circa 57 miliardi di 'amicizie' per uno studio che è stato poi pubblicato nel 2015 e firmato anche da due dipendenti di Facebook in qualità di co-autori. Kogan, scrive il quotidiano britannico, all'epoca pubblicava documenti con lo pseudonimo di Aleksandr Spectre.

LEGAMI CON TRUMP - Intanto, il team del procuratore speciale Robert Mueller sta indagando sullo scandalo che ha investito Cambridge Analytica. Ed in particolare tra i contatti tra la società di raccolta di dati, fondata nel 2013 con l'aiuto di Steven Bannon ed i finanziamenti della famiglia Mercer, e la campagna di Donald Trump. In particolare, riportano i media Usa, gli inquirenti hanno chiesto ad ex funzionari della campagna di Trump dettagli sulle operazioni di raccolta ed utilizzo dei dati degli elettori nei "battleground states", gli stati dove si sono decise le sorti delle elezioni di due anni fa.

Alla squadra della campagna di Trump che era preposta alla raccolta di questi dati, che comprendeva anche esperti del comitato nazionale repubblicano, è stato chiesto poi di descrivere che tipo di consulenze ha offerto Cambridge Anayltica che, secondo i resoconti federali, è stata pagata sei milioni di dollari per il lavoro svolto.

Le autorità britanniche ed americane stanno indagando per stabilire se la società ha usato dati ottenuti in modo illegittimo, rubando oltre 50 milioni di profili da Facebook, per influenzare competizioni elettorali, compresa quelle americane del 2016.

Nonostante i milioni di dollari pagati per le consulenze, rimane ancora tutto da chiarire il ruolo svolto da Cambridge Analytica per la campagna di Trump. Anche perché all'inizio, pare che i suoi dirigenti fallirono diversi tentativi di farsi ingaggiare dai manager che, prima dell'arrivo di Bannon nell'estate del 2016, hanno guidato la campagna. Anzi la prima richiesta di un incontro con Trump risale alla primavera del 2015, ancora prima della discesa in campo politica del tycoon.

Poi Alexander Nix, Ceo Cambridge Analytica sospeso nei giorni scorsi, incontro il primo manager Corey Lewandowski per illustrare il cosiddetto metodo psicografico per creare profili degli elettori a cui rivolgere il messaggio. Ma Lewandowski non ne fece niente, anche perché, rivelano le fonti, pensava che Trump non fosse disposto a fare investimenti finanziari in un servizio di questo tipo.

La società però trovò ascolto presso altri due candidati repubblicani alle primarie, Ben Carson e Ted Cruz, che furono ben presto sbaragliati dal ciclone Trump. A questo punto Cambridge Analytica tornò alla carica, e questa volta a guidare la campagna del tycoon c'era Paul Manafort, che ora è uno degli ex consiglieri di Trump incriminato nell'ambito dell'inchiesta di Mueller.

Anche Manafort si mostrò scettico sull'efficacia dei metodi della società che però fu ingaggiata, anche come gesto di cortesia verso i suoi principali finanziatori, i Mercer, i miliardari che sono diventato tra i più grandi donatori del movimento conservatore e gli editori di Breitbart.

Stando alla documentazione presentata all'ufficio elettorale, il primo pagamento versato dalla campagna di Trump a Cambridge Analytica, di 100mila dollari, risale al luglio 2016. Ma pochi mesi dopo, il primo settembre, l'importo del nuovo pagamento è cresciuto in modo esponenziale: 5 milioni di dollari.

Pagamento arrivato due settimane dopo che alla guida della campagna di Trump è arrivato Bannon, che di Cambridge Analytica è stato vice presidente dalla sua fondazione fino al giorno del suo ingresso nel team del candidato repubblicano. Ed insieme a lui arrivò un'altra alleata dei Mercer, la sondaggista Kellyanne Conway, che ora è una delle poche componenti della squadra della prima ora che ancora 'resiste' al fianco di Trump alla Casa Bianca.

UE - Nel Consiglio Europeo di oggi "abbiamo discusso dei recenti sviluppi riguardanti Facebook e Cambridge Analytica. E' chiaro a tutti i leader che la privacy dei cittadini e i dati personali dei cittadini devono essere protetti in pieno. Prendiamo questa cosa molto seriamente. Le leggi nazionali e comunitarie devono essere rispettate ed applicate". Lo dice il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, in conferenza stampa a Bruxelles.

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