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Migranti, Israele: “Li manderemo via”

03 aprile 2018 | 08.13
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sospende l'attuazione dell'accordo definito dal suo governo con l'Unhcr per risolvere la crisi dei migranti dai paesi africani in Israele deportando in paesi terzi decine di migliaia di persone.

Il premier lo ha annunciato poche ore dopo aver dato notizia del raggiungimento di un'intesa in materia che prevedeva la concessione di un permesso provvisorio a 18mila migranti e la ricollocazione di altri 16.250 in paesi occidentali fra cui il Canada, la Germania e l'Italia, aveva detto Netanyahu. Il premier era stato poi costretto a precisare che i paesi citati erano solo esempi generici e non nazioni con cui erano effettivamente stati raggiunti accordi. L'Unhcr non aveva citato i paesi che avrebbero accettato i migranti. "Sospendo l'attuazione dell'accordo e lo esaminerò nuovamente", ha scritto il premier in un post su Facebook in cui anticipa incontri con i residenti di Tel Aviv sud.

"Nonostante le difficili limitazioni giuridiche e le crescenti difficoltà internazionali, continueremo a lavorare con determinazione per ricorrere a tutte le possibilità che abbiamo a disposizione per far uscire gli infiltrati dal Paese'', ha affermato poi Netanyahu durante l'incontro con i residenti dei quartieri meridionali di Tel Aviv, dove è forte la presenza di migranti africani.

Quanto all'accordo con l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), che prevedeva il ricollocamento di oltre 16.000 richiedenti asilo africani verso alcuni Paesi occidentali, "dopo aver ascoltato molte osservazioni, ho esaminato vantaggi e svantaggi e ho deciso di annullarlo", ha affermato, sottolineando che "cercheremo ulteriori soluzioni".

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