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Siria, ambasciatore a Mosca: "Posizione Italia è chiara"

12 aprile 2018 | 18.22
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(Foto dal profilo Twitter della Farnesina)
(Foto dal profilo Twitter della Farnesina)

La posizione italiana sulla Siria "è molto chiara, non penso che ci sia il rischio di una strumentalizzazione da parte russa", il presidente Vladimir Putin ritiene che la situazione sia "sotto controllo e non prevede escalation incontrollate", dal nuovo governo italiano Mosca si attende "continuità nei rapporti". Nella sua prima intervista ad un media italiano da quando è arrivato in Russia due mesi fa, il nostro ambasciatore a Mosca, Pasquale Terracciano, chiarisce quali sono le aspettative russe sulla Siria, esclude in modo categorico che l'Italia possa essere usata come un 'grimaldello' per indebolire l'alleanza contro il regime di Bashar al Assad, e parla dei rapporti bilaterali.

"Non penso che ci siano i rischi di una strumentalizzazione della posizione italiana, che è molto chiara - dice all'Adnkronos Terracciano, ricevuto ieri al Cremlino dal presidente russo Vladimir Putin per la presentazione della lettera di credenziali - Noi agiamo come membri dell'Ue e dell'Alleanza atlantica ma da sempre nutriamo sentimenti di amicizia verso la Russia e da sempre ci impegniamo per aumentare al massimo la cooperazione con questo Paese in tutti gli ambiti".

"Non credo - insiste l'ambasciatore, fino a qualche mese fa a Londra - che ci possa essere da parte di Mosca una strumentalizzazione, perché da sempre la politica italiana è ispirata ad una chiara appartenenza al sistema dell'alleanza transatlantica, insieme all'impegno per favorire un rapporto il più amichevole possibile con la Russia. Noi, da sempre siamo a favore di un approccio multilateralista rispettoso del diritto internazionale e di un impegno per un dialogo costante in ogni circostanza".

Dunque, "come si fa a parlare di grimaldello se la nostra politica è sempre stata coerente?", si chiede l'ambasciatore, una politica per cui "non ci lasciamo spingere verso scelte azzardate che non rispondono all'impostazione tradizionale della nostra politica estera né ci lasciamo usare da grimaldello".

Tra l'altro, sottolinea Terracciano, l'Italia "non è parte attiva" del conflitto in Siria, e questo "i russi lo sanno benissimo". Putin, nel colloquio avuto ieri al Cremlino, "ha detto che la situazione è molto tesa e preoccupante, ma è sotto controllo, non prevede che ci siano escalation improvvise e incontrollate".

Per quanto riguarda le trattative in Italia per la formazione del nuovo governo, a Mosca "ci si attende che qualsiasi esecutivo dovesse nascere mantenga una linea di continuità nei confronti della Russia", dice l'ambasciatore, che a Putin ieri ha portato "i saluti di vari ex presidenti del Consiglio".

Una continuità che a Mosca si spera sia interrotta dalla revoca delle sanzioni imposte negli anni scorsi per via del conflitto in Ucraina. "Io, intanto - spiega Terracciano - ho proposto una cosa più limitata, la ripresa ai finanziamenti delle piccole e medie imprese russe da parte della Bei e della Bers. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha deciso di sospenderli dopo le sanzioni, ma si tratta di una decisione tranquillamente revocabile, perché le misure restrittive decise da Ue e Usa non prevedono di colpire le pmi. Si è trattato di un eccesso di zelo, che oggi si può correggere, soprattutto nel momento in cui abbiamo dato segnali molto forti alla Russia, per una serie di atteggiamenti che la comunità euroatlantica ha ritenuto non accettabili".

Si tratterebbe, conclude l'ambasciatore, di "un gesto molto concreto per aiutare l'evoluzione della società russa e la nascita di una piccola e media imprenditoria".

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