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Due neri in manette, bufera su Starbucks

16 aprile 2018 | 12.09
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Perché a noi bianchi non succedono cose del genere?" Starbucks finisce nella bufera dopo l'arresto, senza apparente motivo, di due afroamericani in un suo caffè di Philadelphia. Tutto è iniziato giovedì scorso - riferisce la 'Cnn' - quando due uomini neri, in manette, sono stati scortati dalla polizia fuori dalla popolare caffetteria. A chiamare le forze dell'ordine sarebbe stato un dipendente del locale, irritato dal fatto che i due giovani non ordinavano nulla e, invitati ad uscire, si sarebbero rifiutati. Secondo i media locali, i due ragazzi stavano aspettando che arrivasse un loro amico prima di effettuare l'ordinazione.

La scena, immortalata in un video diventato subito virale, ha scatenato l'indignazione delle associazioni per la difesa dei diritti civili e di tanti cittadini, che hanno accusato Starbucks di "razzismo" e "discriminazione". Tanto che il Ceo dell'azienda, Kevin Johnson, è stato costretto a pubblicare una lettera di scuse definendo l'episodio "riprovevole": "Faremo di tutto perché nei nostri locali episodi del genere non avvengano mai più".

Il commissario di polizia di Philadelphia Richard Ross, invece, ha difeso le azioni dei suoi agenti con un video pubblicato su Facebook in cui afferma che gli ufficiali "non hanno sbagliato assolutamente nulla". "Se un locale pubblico ci chiama dicendo che ci sono clienti sgraditi - spiega nel filmato social - noi abbiamo l'obbligo di svolgere il nostro dovere". "Come uomo afroamericano - ha aggiunto - sono consapevole del pregiudizio implicito. Siamo impegnati in una politica equa e imparziale e tutto ciò che non vi rientra non sarà tollerato in questo dipartimento".

Nel frattempo i membri di Black Lives Matter Pennsylvania, sabato scorso, hanno manifestato in segno di protesta davanti alla caffetteria. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Philadelphia, Jim Kenney, sostenendo che le scuse di Starbucks "non sono sufficienti". "Starbucks dovrebbe essere un luogo in cui tutti vengono trattati allo stesso modo indipendentemente dal colore della loro pelle", ha affermato Kenney, dichiarando di aver chiesto alla Commissione della città per le Relazioni umane di "esaminare la regolamentazione e le procedure dell'azienda", incluso l'eventuale intento di una formazione dei dipendenti basata sull'"incitamento al pregiudizio".

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