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Tutti i nodi del Consiglio europeo

28 giugno 2018 | 07.42
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La revisione del regolamento di Dublino, la lotta all'immigrazione illegale, la regolamentazione delle piattaforme di sbarco ed il controllo efficace delle frontiere esterne dell'Ue. Sono questi alcuni degli argomenti che saranno sul tavolo del Consiglio europeo in programma oggi e domani a Bruxelles. Sarà, infatti, il tema dell'immigrazione il focus del vertice a cui parteciperanno i capi di stato e di governo dei 28 paesi membri. Un tema che nelle ultime settimane ha monopolizzato il dibattito comunitario, alzando il livello della tensione tra stati europei, sempre più divisi sulle politiche da adottare. Se da un lato c'è chi auspica un potenziamento della cooperazione e una ripartizione delle quote di migranti tra i paesi dell'Unione, dall'altro c'è chi rivendica il controllo delle frontiere nell'ambito della sovranità nazionale, mettendo così a rischio il codice Schengen.

IL PIANO EUROPEO - Ci sono la cooperazione tra gli Stati, il potenziamento di Frontex e il rimpatrio dei migranti irregolari tra gli obiettivi perseguiti dalle istituzioni europee. Obiettivi già anticipati nella versione provvisoria delle conclusioni del Consiglio Europeo. "Le piattaforme di sbarco - si legge nel documento - dovrebbero consentire l'esame rapido e sicuro per distinguere tra migranti economici e coloro che hanno bisogno della protezione internazionale". Inoltre, sempre secondo le anticipazioni del Consiglio europeo, dovrebbero essere intensificati "gli sforzi per fermare i trafficanti che operano dalla Libia o in altri luoghi" mentre precondizione per avere una politica Ue funzionante sulle migrazioni è "un controllo efficace delle frontiere esterne" in modo da "prevenire un ritorno ai flussi incontrollati del 2015 e per ridurre ulteriormente le migrazioni illegali su tutte le rotte, esistenti ed emergenti".

COSA CHIEDE L'ITALIA - L'istituzione dei Centri di protezione internazionale, i cosiddetti hotspot, e il superamento del Regolamento di Dublino. Ma anche la richiesta di intensificare accordi e rapporti tra Unione europea e Paesi terzi da cui partono o transitano i migranti. Sono alcune delle richieste che l'Italia porterà al tavolo con gli altri partner europei. L'Italia, come indicato nel documento in 10 punti presentato da Conte al vertice preparatorio di domenica scorsa, chiederà di rafforzare le frontiere esterne e superare il criterio del Paese di primo arrivo, perché "chi sbarca in Italia, sbarca in Europa", ha spiegato il presidente del Consiglio. Per il premier, inoltre, vanno previste "adeguate contromisure finanziarie rispetto agli Stati che non si offrono di accogliere rifugiati".

REGOLAMENTO DI DUBLINO - Altro tema caldo al centro del dibattito è la revisione del regolamento di Dublino, ovvero il trattato che regola il sistema di asilo europeo. In sostanza, la regola attribuisce l'esame delle domande di asilo e l'accoglienza del richiedente allo Stato di primo ingresso nella Ue, determinando un carico di lavoro importante per i Paesi cosiddetti di confine. Tra le ipotesi in campo, di cui si discute da mesi, c'è proprio quella di abbandonare il criterio di 'primo ingresso', suddividendo i richiedenti fra tutti i membri in base a un sistema di quote. Tuttavia, per la riforma del regolamento di Dublino "serve più lavoro per raggiungere un accordo finale basato su un equilibrio di responsabilità e solidarietà", sostiene il Consiglio europeo, invitando "la presidenza austriaca, prossima ad entrare in funzione, a continuare il lavoro".

SCHENGEN A RISCHIO? - Oltre al regolamento di Dublino, finirà sotto la lente europea anche l'accordo di Schengen, ovvero il codice che prevede la libera circolazione di cittadini e merci nei 26 paesi aderenti. Alla luce del grande afflusso di migranti, infatti, alcuni stati membri hanno reintrodotto temporaneamente i controlli alle frontiere, mettendo così a rischio l'area Schengen. "I movimenti secondari di richiedenti asilo rischiano di mettere in pericolo l'integrità del sistema comune europeo di asilo e il sistema di Schengen - scrive il Consiglio europeo in vista del vertice - Gli Stati membri dovrebbero prendere tutte le misure legislative necessarie, a livello interno, per contrastare questi movimenti e per cooperare strettamente tra di loro a questo fine".

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