"Mentre ci impediscono di lasciare il porto, la gente annega". Pia Klemp, comandante della nave Sea-Watch, dal profilo Twitter dell'Ong annuncia che la nave è bloccata dalle autorità di Malta. "Ogni ulteriore morte in mare è responsabilità di coloro che impediscono il salvataggio. Salvare vite in mare non è negoziabile", si legge.
Sul sito dell'organizzazione, in una nota più articolata, Sea-Watch comunica di aver "appreso oggi che la sua nave è trattenuta a Malta senza nessun motivo legale fornito dalle autorità". La nave, spiega l'organizzazione, ha "totale facoltà di battere bandiera olandese" e pertanto "l'assenza del permesso di salpare da Malta non è un questione legata alla registrazione" della nave "ma una campagna politica per fermare i soccorsi in mare".
BREAKING Sea-Watch hindered from leaving port - Cpt. Pia Klemp: "While we are hindered from leaving port, people are drowning. Any further death at sea is on the account of those preventing rescue from taking place. Saving lives at sea is non-negotiable" https://t.co/NyzabSTtBD pic.twitter.com/WbLOb6XkjV
— Sea-Watch (@seawatchcrew) 2 luglio 2018
SALVINI - "Dopo l’Italia, arriva anche Malta. Bene, stop al traffico di nuovi schiavi!" commenta su Facebook Matteo Salvini.
RILASCIATO SU CAUZIONE CAPITANO DELLA LIFELINE - Intanto Claus-Peter Reisch, il capitano della nave Lifeline, ha ottenuto oggi da un giudice maltese il rilascio dietro il pagamento di una cauzione di 11mila dollari. Al 57enne tedesco, capitano della nave della Ong attraccata lo scorso fine settimana a Malta dopo giorni di un nuovo braccio di ferro diplomatico che ha coinvolto anche l'Italia e l'ha costretta al largo delle coste maltesi con oltre 230 migranti a bordo, viene contestata la registrazione irregolare della Lifeline.
Il giudice Joe Misfud ha vietato a Reisch di lasciare l'isola, confiscandogli il passaporto e impedendogli di dormire a bordo della nave prima della prossima udienza, fissata per giovedì. Durante l'udienza, attivisti e membri delle Ong hanno manifestato di fronte al Palazzo di Giustizia con cartelli e slogan, come "il salvataggio a mare non è un reato".