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Maria, la spia russa col pallino per le armi

18 luglio 2018 | 11.59
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Maria Butina (Foto da Facebook)
Maria Butina (Foto da Facebook)

Maria Butina, la 29enne russa arrestata ed accusata di essere un agente di Mosca infiltrata nella Nra ed in altri circoli dell'elite conservatrice Usa, era controllata dall'Fbi sin dal 2016, quando si trasferì a Washington con un visto studentesco. Lo scrive il Washington Post in un lungo articolo in cui ritorna sulla vicenda della giovane spia russa che, affascinante appassionata di armi, era diventata, già negli anni precedenti al trasferimento definitivo negli Stati Uniti, un'ospite fissa di ricevimenti dei conservatori Usa, dove raccontava come suo padre le aveva insegnato tra i boschi della Siberia a cacciare orsi e lupi.

Per questo ai federali del contro spionaggio sono subito scattati dei campanelli d'allarme quando la donna, per anni l'assistente di Alexander Torshin - senatore del partito di Vladimir Putin diventato vice governatore della banca centrale russa e dallo scorso aprile colpito dalle sanzioni Usa - chiese il visto come studente. Ma invece di interrogarla subito, decisero di controllare i suoi movimenti per determinare chi incontrava e cosa effettivamente stesse facendo negli Stati Uniti.

Così scoprirono che Butina non solo partecipava agli incontri della potente lobby delle armi e della Conservative Political Action Conference, la conferenza che riunisce annualmente tutti i gruppi conservatori, ma cercava contatti con i candidati Gop alla presidenza, prima Scott Walker e poi, ovviamente Donald Trump. Le manette sono scattate per la sospetta spia domenica scorsa, quando Butina stava per trasferirsi in South Dakota dove ai federali sarebbe stato difficile continuare a monitorare le sue mosse.

Nei quasi due anni di inchiesta, comunque, l'Fbi ha costruito un dossier abbastanza corposo su Butina, in cui ovviamente spiccano i contatti con i circoli di Trump. In particolare i tentativi di incontrare l'allora candidato repubblicano alla conferenza della Nra del 2016 - dovendosi però accontentare ad un incontro, insieme al suo mentore Torshin, con il figlio del tycoon - la sua partecipazione ai balli a Washington per festeggiare l'insediamento del nuovo presidente. Ed il tentativo di organizzare un incontro tra Trump ed un alto funzionario russo alla National Prayer Breakfast del 2017.

L'incriminazione di Butina è del tutto slegata dall'inchiesta sul Russiagate. Ma la quasi concomitanza del suo arresto con l'incriminazione dei 12 agenti dell'intelligence militare russa per gli attacchi hacker contro i democratici viene considerata dagli esperti di "quando sia ampio ed attentamente pianificato l'assalto alla democrazia americana da parte della Russia", commenta un ex funzionario Usa.

La vicenda poi riaccende la polemica sui contatti della Nra con personaggi stranieri, che si era accesa nei mesi scorso quando Torshin - che è membro a vita, come è diventata anche Butina, della lobby delle armi - fu colpito dalle sanzioni. Allora l'organizzazione chiarì, con una lettera al Senato, di non aver ricevuto nessun contributo, a parte l'iscrizione, o donazione dall'esponente politico russo.

Come in tutte le spy story che si rispettino, anche in questa della bella russa dai capelli rossi non manca l'aspetto romantico: in una testimonianza fatta, a porte chiuse, al Senato lo scorso aprile, Butina ha detto di aver una relazione sentimentale con Paul Erickson, uno stratega repubblicano del South Dakota, conosciuto in una riunione a Mosca nel 2013.

Erickson, contro il quale non sono state mosse accuse, potrebbe essere l'americano che, secondo quanto si legge nell'atto di accusa, ha aiutato Butina "nella missione di far avanzare l'agenda della Federazione russa" presentandole importanti figure politiche. Sarebbe stato sempre Erickson a cercare di organizzare l'incontro con Trump ed ad accompagnarla alle feste dell'inaugurazione.

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