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Juncker: "Nazionalismo è veleno"

12 settembre 2018 | 09.38
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(Afp)
(Afp)

"Diciamo no al nazionalismo che respinge e che detesta gli altri, al nazionalismo che distrugge e che cerca dei colpevoli, invece di cercare soluzioni che ci permettano di vivere insieme". Lo sottolinea il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, a Strasburgo durante il discorso sullo stato dell'Unione nella plenaria dell'Europarlamento.

Per Juncker, "il patriottismo è una virtù", mentre "il nazionalismo provinciale è una menzogna opprimente e un veleno pericoloso". Nelle prossime elezioni europee, continua, "soprattutto vorrei che dicessimo no al nazionalismo malsano e che dicessimo sì al patriottismo illuminato. Teniamo bene a mente che il patriottismo del XXI secolo ha due dimensioni, una nazionale e l'altra europea. Amo, diceva il filosofo Blaise Pascal, le cose che vanno insieme. Chi ama la sua patria può e deve amare l'Europa; chi ama l'Europa deve amare le nazioni che la compongono".

"L'Europa - ha spiegato ancora - è un continente di apertura e di tolleranza. E resterà tale. L'Europa non sarà mai una fortezza, che volta le spalle al mondo e a chi soffre. L'Europa non è un'isola. Deve sostenere il multilateralismo, e lo farà. Il mondo in cui viviamo appartiene a tutti e non solo a pochi eletti".

"RAFFORZARE L'EURO" - La Commissione Europea, spiega ancora Juncker, "presenterà iniziative" volte a "rafforzare il ruolo internazionale dell'euro", perché, anche se è "la seconda moneta dopo il dollaro, dobbiamo fare di più per permettere alla nostra moneta di giocare un ruolo internazionale".

"Dobbiamo e possiamo andare più avanti", continua, anche perché "è aberrante" che l'Europa paghi "l'80% dell'energia importata in dollari", quando solo una piccola parte delle importazioni energetiche "arrivano dagli Usa". E' necessario però, al fine di rafforzare il ruolo globale dell'euro, "approfondire l'Unione monetaria", "mettere la casa a posto. Se non lo facciamo, mancheremo di credibilità".

"RIMUOVERE CONFINI INTERNI SCHENGEN" - "Sono e resterò fermamente contrario ai confini interni" all'area di libera circolazione di Schengen. "Dove i confini interni sono stati ripristinati, devono essere rimossi. Non toglierli sarebbe un inaccettabile passo indietro per l'Europa di oggi e di domani", ha sottolineato Jean-Claude Juncker.

"MIGRANTI, BASTA SOLUZIONI TAMPONE" - "Esorto la presidenza del Consiglio - ha detto ancora - a fare un passo decisivo per favorire una soluzione sostenibile per una riforma equilibrata della gestione dei flussi migratori. Non possiamo continuare ad arrabattarci per trovare soluzioni ad hoc ogni volta che arriva una nave". "La solidarietà temporanea non basta - conclude - serve una solidarietà duratura. Oggi e sempre".

"APRIRE A MIGRANTI QUALIFICATI" - "Ricordo agli Stati membri, ancora una volta, del bisogno di aprire dei canali legali verso l'Unione Europea. Rinnovo il mio appello: abbiamo bisogno - dice - di migranti qualificati". "Le proposte della Commissione che affrontano questo problema sono sul tavolo da tempo e devono essere ora riprese", ha concluso.

"AL LAVORO GIORNO E NOTTE PER BREXIT" - I negoziatori della Commissione Europea per la Brexit, spiega Juncker, "sono pronti a lavorare giorno e notte per raggiungere un accordo. Lo dobbiamo ai nostri cittadini e alle nostre imprese, per assicurare che il ritiro del Regno Unito dall'Ue sia ordinato e che ci sia stabilità dopo che sarà avvenuto. Non sarà la Commissione a mettersi in mezzo, ve lo assicuro".

Ci sono però delle condizioni: anzitutto il governo britannico, ha aggiunto Juncker, "deve capire che chi lascia l'Ue non può ritrovarsi nella stessa posizione privilegiata di uno Stato membro. Se lasci l'Ue, non fai più parte del mercato unico e di certo non solo delle parti che scegli", ha detto ripetendo quello che la Commissione va dicendo da due anni, cioè che non ci può essere un'Ue 'à la carte', né 'cherry picking' (scegliere solo le ciliegie migliori oppure mangiare solo la ciliegina della torta).

Inoltre, ha continuato Juncker, "vogliamo trovare una soluzione creativa che impedisca il sorgere di un confine fisico" tra Irlanda e Irlanda del Nord, "ma parleremo molto chiaro se il governo britannico dovesse sfuggire alle responsabilità che ha in base agli accordi del Venerdì Santo. Non è l'Ue, è la Brexit che rischia di rendere il confine più visibile nell'Irlanda del Nord". Infine, "il Regno Unito non sarà mai un Paese terzo normale per noi. Sarà sempre un vicino e un partner stretto, in termini economici, politici e di sicurezza".

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