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Scandalo Nobel, Arnault condannato a 2 anni per stupro

01 ottobre 2018 | 12.23
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

E' stato condannato a due anni di prigione per stupro Jean-Claude Arnault, il regista e fotografo francese marito di un'accademica svedese, al centro dello scandalo sessuale che ha portato all'annullamento, quest'anno, del Nobel per la letteratura. Lo ha deciso un tribunale di Stoccolma, che lo ha ritenuto colpevole di una delle due accuse mosse da una stessa donna e che risalgono al 2011. L'imputato dovrà anche versare 10mila euro di risarcimento alla vittima.

72 anni, Arnault era un personaggio di spicco della scena culturale svedese. Il club Forum, da lui fondato nel 1989, e di cui era direttore artistico, era frequentato dal bel mondo della cultura e le arti e riceveva generosi sussidi dall'accademia di Svezia. Lo scandalo che lo ha investito è scoppiato lo scorso novembre, quando il quotidiano svedese 'Dagens Nyheter' ha rivelato accuse di molestie sessuali mosse nei suoi confronti da 18 donne.

Arnault ha sempre negato tutto, ma intanto lo scandalo, nell'era di #MeToo, ha scosso profondamente l'Accademia, dove siede sua moglie, la poetessa Katarina Frostenson. Gli accademici si sono spaccati sull'atteggiamento da tenere verso la letterata, mentre si parlava sempre più di un clima di omertà e favoritismo verso Arnault. Alla fine solo 9 dei 18 accademici sono rimasti al loro posto, portando l'istituzione alla paralisi perché serve un quorum minimo di 12 persone per ogni delibera.

Ad aggravare lo stallo è il fatto che l'incarico di accademico è a vita e non prevede dimissioni, al massimo si può decidere di non partecipare ai lavori, come hanno fatto i nove. A maggio la decisione di rinviare di un anno il conferimento del premio Nobel per la letteratura 2018. Nel frattempo è stata aperta un'inchiesta contro Arnault che ha portato a un solo processo, per due stupri commessi nel 2011 contro una stessa donna. "La corte ha effettuato un attento esame delle prove e la corte ha concluso che le prove sono sufficienti per ritenere colpevole l'imputato di uno dei due eventi per i quali è stato accusato", ha dichiarato il giudice Gudrun Antemar, che ha presieduto la corte dove sedevano tre giurati. Il processo si è svolto a porte chiuse per tutelare la vittima, di cui non è stata resa nota l'identità.

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