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Regeni, Italia convoca ambasciatore Egitto

30 novembre 2018 | 18.53
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha formalmente convocato oggi alla Farnesina l’ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto in Italia, Hisham Badr, "per sollecitare le autorità egiziane ad agire rapidamente al fine di rispettare l’impegno, assunto ai più alti livelli politici, di fare piena giustizia sul barbaro omicidio di Giulio Regeni". Lo rende noto la Farnesina. "Il ministro Moavero ha sottolineato come gli esiti della riunione svoltasi nei giorni scorsi a Il Cairo tra magistrati italiani ed egiziani abbiano determinato una forte inquietudine in Italia. Preso atto delle assicurazioni da parte dell’ambasciatore egiziano circa la volontà di proseguire la cooperazione giudiziaria tra le due Procure, il ministro Moavero ha espresso l’esigenza da parte italiana di vedere concreti sviluppi investigativi", prosegue la nota. "Il ministro Moavero - aggiunge la Farnesina - ha nuovamente ricordato che la ricerca della verità e l’individuazione dei responsabili dell’efferato crimine restano prioritarie per le Istituzioni italiane".

L’ambasciatore egiziano, scrive la Farnesina, ha assicurato che "l’impegno del suo governo per fare luce sul caso non può essere messo in discussione, che la collaborazione giudiziaria, come riaffermato anche in occasione dell’ultima riunione a Il Cairo, deve assolutamente continuare e che è intenzione delle autorità egiziane proseguire le indagini nonostante le difficoltà riscontrate".

CONTE: "SENTIRO' PROCURA" - Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rispondendo alle domande dei cronisti sulle relazioni con l'Egitto da Buenos Aires, dove è in corso il G20, ha detto: "Io non ho parlato con la procura di Roma, non appena tornerò ci confronteremo e il governo assumerà le sue decisioni". "Tutte le volte che abbiamo parlato con il presidente Al Sisi - premette - mi ha sempre assicurato la sua determinazione a raggiungere la verità sul caso Regeni, abbiamo condiviso la necessità che si arrivi presto ad una chiaro accertamento dei fatti".

PARLAMENTO EGITTO: "DA FICO POSIZIONE INGIUSTIFICATA" - "Grande sorpresa" e "rammarico" sono stati espressi dal Parlamento egiziano in merito alla "posizione ingiustificata" del presidente della Camera, Roberto Fico, che ieri ha annunciato la sospensione di ogni tipo di relazione diplomatica tra la Camera e il Parlamento egiziano fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini sul caso di Giulio Regeni. E' quanto si legge in una nota del Parlamento del Cairo, citata dal sito di 'al-Masry al-Youm'. Nel comunicato il Parlamento egiziano "disapprova" la decisione della controparte italiana di prendere un tale provvedimento senza "aspettare i risultati delle indagini" sul caso del ricercatore, definito da 'al-Masry al-Youm' il "turista italiano".

Le dichiarazioni di Fico, si legge nella nota, arrivano dopo un incontro tra le procure italiana ed egiziana durante il quale le parti "hanno affermato di essersi scambiate i punti di vista in un clima positivo", sottolineato che "le indagini vanno avanti in modo costruttivo" e confermato "la volontà di continuare la collaborazione reciproca fino a un risultato definitivo (sulle indagini, ndr) in un futuro prossimo". Il Parlamento egiziano, affermando di "rispettare i principi di imparzialità e trasparenza" della magistratura, rimarca di "attenersi alla sovranità della legge" e di "non voler influenzare né interferire nel lavoro delle autorità investigative", sottolineando che "le azioni unilaterali non sono nell'interesse dei due Paesi e non aiutano gli sforzi di rivelare la verità e attuare la giustizia". "Lo Stato egiziano - conclude la nota - ha interesse nel rivelare i dettagli di quanto accaduto a Regeni considerando che (la morte, ndr) è avvenuta sul proprio territorio, come confermato a tutti i livelli e anche dal presidente del Parlamento, Ali Abdel Aal, a Fico durante i loro incontri al Cairo e a Roma".

DI MAIO: "RISPOSTE DA EGITTO O CONSEGUENZE" - Senza risposte dall'Egitto sull'omicidio di Giulio Regeni "si compromettono tutti i rapporti". Il vicepremier Luigi Di Maio lo dice a chiare lettere all'indomani dell'accelerazione nell'inchiesta da parte dei magistrati italiani. "Questo governo ha provato in questi mesi la strada del dialogo con l’Egitto che deve darci delle risposte sull’omicidio di Giulio Regeni - scandisce Di Maio - Noi ci aspettiamo delle risposte non solo dalle nostre Procure, che ringrazio per il lavoro che stanno facendo, ma anche da uno Stato che ci ha assicurato risposte efficaci", "che devono arrivare in questo periodo" e che ancora non stanno arrivando. "Lo abbiamo sempre detto - sottolinea - Abbiamo provato una strada ma se questa strada non porta a segnali dall’Egitto sull’individuazione del responsabile della morte di Giulio Regeni trarremo le conseguenze".

"Non riguarda solo" la questione del blocco dell’export delle armi verso l’Egitto ma senza risposte "si compromettono tutti i rapporti". "Tutto quello che si fa come aziende in Egitto riguarda il libero mercato, ma è chiaro ed evidente che in un quadro di relazioni che riguardano anche l’economia tutto risentirà delle mancate risposte sull’omicidio di Giulio Regeni", conclude Di Maio, rispondendo a una domanda specifica se le conseguenze potrebbero anche riguardare la presenza dell'Eni in Egitto.

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