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Nancy Pelosi sfida Trump

03 gennaio 2019 | 21.28
LETTURA: 4 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Entriamo in questo nuovo Congresso con un senso di grande speranza e fiducia per il futuro. La nostra nazione è in un momento storico. Due mesi fa, il popolo americano ha parlato e ha chiesto una nuova alba". Con il discorso che Nancy Pelosi ha pronunciato davanti alla Camera dei Rappresentanti, dopo essere stata eletta speaker per la seconda volta, i democratici lanciano la sfida a Donald Trump, che nella seconda metà del proprio mandato dovrà fare i conti con il 'divided government'. I repubblicano controllano il Senato, ma la Camera da oggi torna democratica.

E il copione appare già chiaro dalle parole pronunciate dalla 78enne deputata italoamericana, che aveva ricoperto il ruolo già dal 2007 al 2011 e che oggi ha conquistato lo storico bis ottenendo 220 voti sui 430 espressi dall'aula. All'appello, non hanno risposto una dozzina di deputati democratici. Nel suo intervento, Pelosi ha rivendicato l'importanza del potere legislativo nel sistema di ''checks and balances'', controlli e contrappesi, che caratterizza l'architettura costituzionale degli Stati Uniti.

La speaker ha fatto riferimento a una serie di temi che saranno al centro dell'agenda democratica, dando particolare rilievo -tra l'altro- alla ''minaccia esistenziale del nostro tempo: la crisi del clima, una crisi che si è manifestata con disastri naturali di proporzioni epiche".

Tra le altre priorità, ha detto Pelosi, spiccano l'abbassamento dei costi per le cure sanitarie, gli interventi sulle infrastrutture, il varo di controlli più efficaci sugli acquirenti di armi, il contrasto ad ogni forma di discriminazione contro la comunità LGBTQ e la tutela dei 'dreamer', gli immigrati condotti illegalmente negli Stati Uniti quando erano bambini. "Se chiudiamo la porta ai nuovi americani, il nostro ruolo di leader nel mondo presto andrà perduto", ha detto citando una frase di Ronald Reagan.

Più volte, la speaker ha fatto riferimento alla necessità di un approccio bipartisan. "Prenderemo in considerazione le idee valide, a prescindere da dove provengano. Con questo spirito, i democratici offriranno più tardi al Senato tardi un provvedimento per riaprire il governo", ha detto facendo riferimento allo shutdown che, da quasi due settimane, paralizza le attività federali.

Trump, come è noto, chiede 5,6 miliardi di dollari per finanziare la costruzione del muro al confine meridionale con il Messico. La 'vecchia' Camera a maggioranza repubblicana, prima di essere sciolta, a dicembre ha approvato il provvedimento che senza il sostegno dei democratici non può essere approvato dal Senato. "Proteggiamo la nostra nazione da minacce vecchie e nuove -ha detto Pelosi affrontando il tema della sicurezza-, dal terrorismo e dai cyberattacchi, qui e oltre i confini".

Il braccio di ferro impedisce di varare una legge di bilancio e di finanziare l'attività del governo federale. "Non ci illudiamo che il nostro lavoro sarà facile -ha detto Pelosi- e che saremo sempre tutti d'accordo in questa Camera. Ma quando non saremo d'accordo, ci impegneremo a rispettarci reciprocamente e a rispettare la verità". Toni concilianti, sottolineati dagli applausi dell'aula, prima del giuramento concluso con una foto di famiglia: accanto alla speaker, una schiera di nipoti e di bambini.

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