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La gioia dei familiari delle vittime

13 gennaio 2019 | 08.56
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Sono molto contento dell'arresto e speriamo che sia la volta buona che sconti la sua pena". Sono le parole di Adriano Sabbadin, il figlio di Lino Sabbadin, il macellaio trucidato dal gruppo eversivo dei Proletari armati del Comunismo, il 16 febbraio 1979, che commenta all'Adnkronos l'arresto del terrorista Cesare Battisti in Bolivia. "Speriamo che sia la volta buona, solo questo. Battisti è una persona squallida che l'ha sempre fatta franca, e merita di scontare in Italia la pena giusta per quello che ha fatto", ha aggiunto Sabbadin.

Gli fa eco Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente della Digos ucciso dai Pac a Milano nel 1979. Battisti fu indicato come l'autore materiale dell'omicidio."Ovviamente noi parenti siamo contenti perché finalmente questo terrorista è stato arrestato - dice all'Adnkronos -. L'unica cosa è che tra l'arresto e l'estradizione ce ne vuole. Sicuramente Battisti non è andato in Bolivia a caso, lo sappiamo tutti che la Bolivia non applica l'estradizione. La partita ora se la gioca il Brasile. Speriamo solo che non inizi la tiritera del 2004. Chiederemo appuntamento con il governo e vedremo come si vuol muovere". "Bisogna vedere quali passaggi bisogna compiere - aggiunge Campagna -. In ogni caso sono fiducioso perché dal 2004 a oggi ogni governo si è mosso con determinazione per chiedere l'estradizione. D'altronde, potrebbe far ben sperare il fatto che all'arresto abbia partecipato la polizia boliviana".

"Una bellissima notizia per tutti i famigliari delle vittime del terrorismo - dice all'Adnkronos Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta, brigadiere di Polizia ucciso nel 1977 dai terroristi rossi. "Ho apprezzato il fatto che ora i terroristi vengono chiamati terroristi e non più 'ex' - aggiunge -. Il clima è cambiato, Battisti è stato finalmente catturato. Ora il governo deve spingere per l'estradizione, siamo fiduciosi perchè ora ci sono le motivazioni e la determinazione che in passato non c'erano". Le vittime - osserva - saranno sempre vittime e purtroppo non potranno mai essere 'ex' vittime del terrorismo. Ora avanti con la ricerca della verità storica sul terrorismo, che non sempre coincide con quella giudiziaria".

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